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La Russa: pronti a candidarli alle Europee

"Stanchi di promesse e bugie", manifestazione a Roma contro il governo

La Russa: pronti a candidarli alle Europee

«Non giocate a fare gli indiani, liberate gli italiani»! Forse è lo slogan più efficace tra i tanti gridati proprio sotto l'obelisco egizio di piazza Montecitorio dai simpatizzanti di Fratelli d'Italia che si sono dati appuntamento per una «manifestazione estemporanea» allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica circa il caso dei due marò bloccati in India e che rischiano la vita «semplicemente per aver fatto il loro dovere», come urlano in tanti sventolando bandiere bianche con sopra un simbolo tricolore che racchiude la scritta «Prima l'Italia».
Alla manifestazione hanno partecipato anche alcuni esponenti del partito. Guido Crosetto svettava al centro del gruppo di testa. Tra i primi a prendere la parola, ha ricordato quanto il nostro Paese ha sempre fatto per onorare gli impegni e la politica internazionale delle grandi istituzioni (dalla Nato all'Onu). «Abbiamo sempre mandato i nostri uomini nelle operazioni di pace - ricorda l'ex parlamentare -. A tutti ha sempre fatto comodo il nostro senso di responsabilità. Ora pretendiamo la stessa attenzione. Non è possibile che Nato e Onu si girino dall'altra parte e non si accorgano di quanto accade».
Le parole più pungenti, però, sono per il nostro governo, colpevole - secondo Crosetto - di «ignavia». Gli fa eco l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Siamo stanchi - dice - di promesse e di bugie». Alemanno ricorda poi il doppiopesismo del governo di Nuova Delhi. «Quando soldati indiani del contingente dei caschi blu Onu sono stati riconosciuti colpevoli di stupro durante la missione di pace in Congo - spiega Alemanno -, il governo indiano li ha riportati in patria. E quindi processati e condannati lì». Anche gli ex ministri Antonio Guidi e Giulio Terzi di Sant'Agata hanno voluto essere presenti alla manifestazione. L'ambasciatore Terzi è tornato, tra l'altro, sulla decisione del governo Monti di rimandare i due fucilieri Latorre e Girone in India. Decisione che fu alla base delle sue dimissioni dal governo nel marzo scorso. «Una decisione precipitosa. Ci si affidò a una risposta abbastanza improvvisata dell'incaricato d'affari indiano a Roma e fu dovuta a preoccupazioni che mi furono espresse da alcuni colleghi di governo sulle conseguenze che le nostre aziende avrebbero potuto subire nel caso di un acuirsi delle tensioni tra i due Paesi».
«Chiediamo che finisca la narcotizzazione dell'opinione pubblica italiana - tuona Ignazio La Russa - e che il governo si mobiliti per la liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Se nel giro di due mesi non avremo garanzie sulla loro sorte, siamo pronti a candidarli alle elezioni Europee. È possibile che dopo tutto questo tempo in India non siano nemmeno riusciti a dire ufficialmente qual è il capo di imputazione? Non sono credibili.

E il nostro governo tanto meno».

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