Politica

Sì alla via per Berlinguer Almirante non la merita

La giunta capitolina dedica una strada al leader Pci ma non considera il mito Msi. La solita doppia morale

Sì alla via per Berlinguer Almirante non la merita

Roma - È la doppia morale della toponomastica romana. Sì a Berlinguer, no ad Almirante. Eppure i due personaggi hanno più di qualcosa in comune: entrambi leader di partiti politicamente estremi (comunista e postfascista) per una lunga stagione del dopoguerra, entrambi miti tuttora agibili di un'ampia area politica a corto di leadership, entrambi personaggi integri e memorabili. Però il segretario del Pci morto trent'anni fa avrà la sua strada nella capitale, mentre lo storico padre dell'Msi si deve accontentare di comparire nello stradario di Lecce, Ragusa, Foggia, Viterbo, Rieti e di altre località oscure ai più come Locorotondo, Barrafranca e Tremestieri Etneo. La decisione di dedicare una strada al politico sardo è stata presa dalla giunta guidata da Ignazio Marino mercoledì scorso e sarà sottoposta alla commissione toponomastica, che essendo stata appena nominata non sarà certo vogliosa di mettersi di traverso. Il sì è scontato. «Enrico Berlinguer - spiega il sindaco di Roma Ignazio Marino - incarna per tutti gli italiani la figura del politico in grado di suscitare unanime stima e rispetto». Nessun dubbio. Però anche Giorgio Almirante fu uomo dalle idee magari non condivisibili ma che incarnava un concetto puro e onesto della politica. Non a caso si recò a rendere omaggio alla salma di Berlinguer durante le esequie pubbliche e raccontò di aver pianto. Un atto di umanità che fu ricambiato quattro anni dopo, alla sua morte, da Giancarlo Pajetta e Nilde Jotti. D'altro canto perché sorprendersi se una giunta di sinistra celebra così uno dei suoi leader storici? Semmai c'è da chiedersi perché la precedente amministrazione di centrodestra, guidata da Gianni Alemanno, non abbia fatto altrettanto con il suo mito. C'è da dire che Alemanno la promessa di una via Almirante l'aveva pure fatta, salvo rimangiarsi tutto anni dopo, stanti le virulente polemiche alimentate dalla potente Anpi, l'associazione partigiani, dalla comunità ebraica e dall'estrema sinistra, rinviando la decisione a un momento in cui fosse stata «una scelta condivisa da tutta la cittadinanza». Ora, siamo sicuri che tutti i romani condividano via Berlinguer? E soprattutto: viale Lenin? Già, perché a Roma si chiama così una delle principali arterie del quartiere Casal de' Pazzi.

Appunto: cose da pazzi.

Commenti