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Sì a richiesta di estradizione: la Rizzo rientrerà in Italia venerdì

La moglie di Matacena arrestata lunedì a Nizza. Dalle carte della Dda spuntano nuove conversazioni telefoniche

Chiara Rizzo scambia banconote con la segretaria di Matacena Maria Grazia Fiordalisi
Chiara Rizzo scambia banconote con la segretaria di Matacena Maria Grazia Fiordalisi

La Corte d'Appello di Aix en Provence ha accolto la richiesta di estradizione di Chiara Rizzo. La moglie di Amedeo Matacena arrestata lunedì scorso all'aeroporto di Nizza potrebbe lasciare il carcere delle Baumettes di Marsiglia già nelle prime ore di venerdì e essere estradata attraverso la frontiera terrestre di Ventimiglia. Qui sarà presa in carico dagli uomini della Dia e trasferita nel carcere di Imperia o in quello di Genova Pontedecimo dove dovrebbe rimanere per qualche giorno.

Il timore di essere intercettati

Visibilmente provata, la Rizzo ha accolto il via libera all'estradizione in lacrime. Subito dopo la pronuncia del giudice, le è stato consentito di vedere la figlia che ha abbracciato piangendo. Quindi è stata riaccompagnata al carcere delle Baumettes. Intanto dall'Italia emergono nuovi contorni dell'inchiesta che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Claudio Scajola e altre sette persone. Secondo la Dda di Reggio Calabria, l'ex ministro temeva di essere intercettato. Tanto che, il 18 gennaio 2014, parlando con la Rizzo le ricorda di essere al telefono in modo da evitare che durante la conversazione si faccia riferimento a fatti o vicende esplicite.

Scajola alla Rizzo: "Pappa e ciccia non si fa"

In una conversazione telefonica del 6 agosto 2013, contenuta nella richiesta della Dda di Reggio Calabria, la Rizzo e Scajola esprimono la propria delusione per "la manifestata impossibilità d’intervento da parte di Max" su cui contavano di concretizzare "un’operazione finanziaria". Nella telefonata la Rizzo riferisce all'ex ministro: "Lui mi ha solo detto, forse è l’unica cosa che puoi fare, falla, stasera chiamami, mi fai sapere [...] ora mi ha accompagnato che io mi dovevo comprare gli asso [...] cioè, mi voleva accompagnare qua dentro, poi io ho evitato, che una volta eravamo qua dentro, gli ho detto, scusa ma sai, devo fare delle cosine [...] cioè, mi mettevo a fare [...] che me ne fregava, no [...] io ho cose da fare, sei d’accordo? Mi metto a fare con lui [...]". E Scajola: "Non c’è dubbio, per carità!". Quindi la moglie di Matacena insiste: "Gli ho detto, scusami ma io sai devo fare...". Ma Scajola taglia corto: "Pappa e ciccia non si fa, pappa e ciccia non si fa".

La lite telefonica: "Senti figliola, basta balle!"

Ci sono anche momenti di tensione ed un litigio nelle conversazioni tra Scajola e la moglie di Matacena. In una telefonata intercettata il 18 gennaio 2014, quando l'ex ministro invita la Rizzo a prendere delle scelte, questa risponde: "Che scelte devo fare?". A questo punto Scajola dice alla donna: "Senti figliola, basta balle e sotterfugi, su...".

La conversazione si conclude con la Rizzo che tronca il dialogo chiudendo la telefonata bruscamente.

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