Caso Sallusti

Sallusti, la procura di Milano contraria alla grazia

La procura generale dice no alla grazia a Sallusti. Il pg Minali ha dato parere contrario, ma non vincolante, alla possibilità che Napolitano possa chiudere con un atto di clemenza

Sallusti, la procura di Milano contraria alla grazia

La Procura generale di Milano dice no alla grazia ad Alessandro Sallusti. In meno di ventiquattro ore il pg Manlio Minale ha risposto alla richiesta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, come prevede la legge, lo aveva interpellato sulla possibilità di chiudere con un atto di clemenza la vicenda del direttore del Giornale, condannato senza condizionale a quattordici mesi per diffamazione e rinchiuso dall'inizio di dicembre agli arresti domiciliari.

Il parere della procura generale non é vincolante, come pure quello del ministro della Giustizia, perché la decisione finale spetta comunque al Quirinale. Ma il "niet" di Minale costituisce comunque un consistente ingombro sulla strada della grazia chiesta da Ignazio La Russa e da un lungo elenco di parlamentari di diversi partiti.

Non si conoscono le motivazioni del parere negativo del procuratore generale, ma era piuttosto prevedibile che Minale si schierasse - in una vicenda che vede la magistratura milanese nettamente divisa al suo interno - con il fronte dei duri, con in testa il pm Ferdinando Pomarici, che non vedono il motivo di trattare Sallusti diversamente da qualunque altro caso di condannato in via definitiva. La spaccatura si era mostrata chiaramente al momento della richiesta di arresti domiciliari per Sallusti, chiesti dal procuratore Edmondo Bruti Liberati contro il parere di Pomarici e degli altri pm dell'ufficio esecuzione.

La decisione di Bruti era stata pesantemente contestata dai pm, ma il procuratore era rimasto sulla sua posizione, e il giudice di sorveglianza aveva ammesso Sallusti - contro la sua stessa volontà - ai domiciliari. E nell'impegno di Bruti verso una soluzione soft del caso Sallusti molti avevano visto le conseguenze di una garbata pressione del Quirinale, che fin dall'inizio aveva cercato di neutralizzare il caso senza precedenti di un direttore di giornale destinato al carcere.

L'iter per la grazia presidenziale, avviato ieri, sembrava destinato apportare la vicenda Sallusti verso un esito non traumatico.

Oggi il procuratore generale Minale fa sapere a Napolitano che, per come la pensa lui, Sallusti può tranquillamente continuare a espiare la sua condanna.

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