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Sanità in rosso, guerra Tosinvest-Polverini

Sanità in rosso, guerra Tosinvest-Polverini


Roberto Bonizzi

Parola d'ordine salvare 2.098 pazienti e 2.074 posti di lavoro. Ma, intanto, è partito il tutti contro tutti sulle 13 cliniche del gruppo San Raffaele. Le strutture che Tosinvest, la società di proprietà della famiglia Angelucci, minaccia di chiudere entro 24 ore se non riceverà i crediti vantati nei confronti della Regione Lazio: 250 milioni di euro di commesse arretrate non saldate da due anni oltre ad un contenzioso per altri 250 milioni. L'assessorato alla Sanità, da parte sua, smentisce di avere conti in sospeso con il gruppo San Raffaele e addebita il contenzioso alle amministrazioni precedenti. E accusa: «Molti dei crediti si basano su fatture sequestrate dai magistrati».
Nel mezzo restano pazienti, medici e infermieri. Come sottolinea Antonio Palagiano, il deputato Idv presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori e disavanzi sanitari, «sarebbe paradossale se a pagare le spese di una cattiva gestione della spesa pubblica e dei rapporti ambigui tra sanità pubblica e privata fossero i malati». E mobilita la Commissione: «Se non si dovesse trovare un'alternativa alla chiusura delle strutture ci assicureremo che il trasferimento dei pazienti avvenga in modo da creare meno disagi possibile». Non parla di Commissione ma chiede al prefetto di Roma di aprire un tavolo il senatore Pdl Domenico Gramazio, vicepresidente della Commissione Sanità del Senato. Una sedia per la Regione, una per il gruppo San Raffaele e l'altra per il ministero della Salute. «Sono convinto che il presidente del Lazio, Renata Polverini, abbia tutto l'interesse a trovare una soluzione che non danneggi il sistema sanitario». E già ieri è andato in scena un primo incontro tra la Regione ed i vertici del San Raffaele: un summit servito per chiarire nei dettagli la dimensione della questione sollevata dalla struttura sanitaria.
La mossa di Tosinvest unisce i sindacati. Sulle barricate la Cisl che punta il dito contro i vertici del gruppo: «Atto irresponsabile, oltre che illegittimo». Sulla stessa linea l'Ugl secondo cui «la gravità delle minacce non smentite da Tosinvest impongono un coinvolgimento di tutte le istituzioni che tutelano la salute pubblica». Si schiera anche il sindacato dei medici interno al San Raffaele, che però accusa la Regione: «I continui tagli di personale e risorse causano gravi difficoltà a poter garantire i minimi livelli assistenziali. E le decisioni della giunta non producono un reale contenimento della spesa».
E l'ex presidente ad interim Esterino Montino, che traghettò il Lazio verso le elezioni del 2010 dopo lo scandalo che coinvolse Piero Marrazzo, ora capogruppo Pd mena fendenti di qua e di là: «La vicenda è gravissima. L'assessorato provi a risolverla e la Tosinvest eviti di gettare in allarme nel pieno della pausa estiva famiglie e lavoratori, anche perché non si esce dal sistema sanitario regionale con una semplice comunicazione di servizio». Ma così apre solo un altro fronte. A Montino replica Giuseppe Melpignano, consigliere della lista Polverini: «Se siamo a questo punto è anche grazie a quello che Montino ed i suoi colleghi di maggioranza non hanno affrontato e risolto negli anni in cui erano al governo».

E quella lancetta continua a correre.

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