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La Santanchè lancia la sfida «Non ho paura di nessuno Il mio slogan? Me-la mangio»

Roma«Avanti e vinca il migliore». Daniela Santanchè conferma la sua candidatura alle primarie del Pdl e sceglie la mela come simbolo. Dice infatti all'Huffington Post: «Da lì inizia tutto» e lo scioglilingua è già pronto: «Me-la mangio, me-la voto».
Dopo la rinuncia di Berlusconi le primarie sono «la scelta migliore - dice - Io ho combattuto per le primarie e adesso sono assolutamente candidata», dice l'ex sottosegretario. Che mostra i muscoli: «Non ho paura di Alfano e non ho paura di nessuno perché credo che il successo sarà quello della partecipazione della gente». Cerca di intercettare i berlusconiani duri e puri. Cerca di soffiare sul fuoco dell'antipartitocrazia: «Ho un programma ben preciso nella mia testa, che è esattamente il contrario di Alfano», punge. La bandiera da sventolare è quella iperliberale e iperliberista: «La mia - aggiunge - non sarebbe l'agenda Monti, anche perché non mi sono mai riconosciuta in essa. Il mio slogan? Meno 50% per i costi della politica. Le famiglie e le imprese non vogliono farsi strozzare da un Europa mai nata e da un governo che pone solo tasse. Io sono contro tutto questo. Sono contro i soldi nella politica, sono contro ad andare col cappello in mano da Casini. Non sono d'accordo con la convinzione che in Italia ci siano tanti moderati. In giro vedo degli incazzati e non dei moderati». Poi commenta il videomessaggio di Berlusconi: «Non mi è apparso spento, sicuramente un po' diverso anche a causa della sofferenza. Forse si è sentito tradito e gli scandali che sono successi non gli appartengono. Credo ci sia una profonda delusione di quello che è avvenuto nell'ultimo periodo». L'ex sottosegretario sembra continuare a dare voce alla pancia del Cavaliere, amareggiato nel vedere il Pdl preda dei molti notabili in cerca di una nave per non nuotare. Così, Santanchè prosegue nella sua battaglia rottamatrice. Vorrebbe farlo timonando una nave che, nei sondaggi, fa acqua da tutte le parti anche se non crede che Berlusconi abbia deciso per un addio definitivo alla politica: «In ogni caso non me lo immagino certo ai giardinetti». E sulle regole dice al Giornale: «Confido che non daremo lo spettacolo deprimente che sta dando il Pd: sarà permesso a tutti di gareggiare.

Non finiremo certo in tribunale».

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