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Sarli apre Palazzo Braschi alla città, tra moda e arte

Fino al 15 dicembre la mostra«Il talento che anima la materia. Dialogo tra opere senza tempo», con 12 abiti del couturier esposti insieme a costumi del '700, dell'800 e dei primi del secolo scorso

É stato chiuso per decenni il settecentesco Palazzo Braschi, affacciato su piazza Navona. E ora si riapre alla città ospitando la mostra dedicata al grande sarto Fausto Sarli.
Potrà essere visitata solo fino al 15 dicembre e si chiama «Il talento che anima la materia. Dialogo tra opere senza tempo», perchè i 12 abiti della famosa griffe dialogano con costumi del '700, dell'800 e dei primi del secolo scorso tratti dalle collezioni storiche del Museo di Roma, in una sorta di minuetto senza tempo.
La selezione dei capi Sarli è stata curata da Carlo Alberto Terranova, braccio destro dello stilista per 20 anni e ora direttore creativo della maison. É lui che accoglie gli ospiti, tra cui Gina Lollobrigida, insieme a Pier Luigi Mattera, direttore di Palazzo Braschi.
L'inaugurazione celebra il trionfo dello stile sofisticato di Sarli, in una magnifica cornice capace di sorprendere anche i romani più abituati a frequentare i sontuosi palazzi nobiliari della capitale.
Entrando dal grande cortile, i primi a comparire sul black carpet tra le fiaccole che illuminano il percorso, sono i due unici modelli non realizzati dal grande couturier scomparso nel 2010, ma 2 anni dopo dalla sua maison, nel nome della continuità: uno è nero a grandi pieghe piatte e ricami, l'altro è bianco in fitto plissé. L'anima è sempre del grande Fausto.
Nel primo tratto del grande scalone monumentale, ecco il famoso Angelo bianco e poi l'Angelo nero, che sta come una statua su una base di marmo: sono due sculture di stoffa del 2010, ormai diventate simboli dell'universo Sarli.
Viola, violini e violoncelli dei musicisti dell'orchestra sinfonica di Marco Dall'Aquila suonano arie classiche della Thais di Massenet ma anche moderni ritmi elettronici. E le suggestioni della contaminazione delle arti è completa.
Nell'ultima sala del primo piano spiccano sul rosso dei cardinali ritratti alle pareti l'Abito-Cerchio in gazar, indossato dalla top model Maria Carla Boscono nella sfilata Tributo al Maestro del gennaio 2011 e quello geometrico bianco, interpretato da Eva Riccobono nella sfilata ispirata a Sarah Bernard e immortalato dall'obiettivo di Richard Avedon nel 1971.
L'enorme ricco Salone d'onore offre un colpo d'occhio eccezionale, con le tre creazioni di Sarli che dialogano con i 5 abiti storici da sposa e da cerimonia, in seta e merletto avorio o in taffetà azzurro.
« Questi capi antichi - spiega Mattera- sono preziosi ma fragilissimi. Per questo è sempre così difficile porterli esporre: rischiano di rovinarsi, deteriorarsi. Ma il nostro obiettivo è di far conoscere gli splendidi saloni di Palazzo Braschi, recentemente restaurati, ad un pubblico sempre più vasto».
Un modello da sposa di Sarli , interamente in pizzo bianco, si trova nella cappella che si affaccia sulla grande sala e rievoca l'atmosfera di un sontoso matrimonio nobiliare.
Presto ai 2000 metri quadrati di superficie espositiva se ne aggiungeranno altri 2000, per ospitare mostre di arte e di moda in questo Palazzo voluto da Pio VI per farne dono al nipote Luigi Braschi Onesti.
Il 2014 sarà, per il Museo di Roma, l'anno giusto per conquistare il pubblico, anche grazie agli affreschi di Polidoro di Caravaggio, provenienti dal Casino del Bufalo e solo da poco restaurati.


E per la vigilia di questo momento, non poteva essere scelta migliore opera di quella di Sarli, un maestro che per la sua moda sempre si è ispirato all'arte.

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