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Scandalo Sardegna: buonuscite per 12 milioni

Regalo di fine legislatura agli eletti in consiglio regionale. Il recordman Amadu incassa 310mila euro

Scandalo Sardegna: buonuscite per 12 milioni

Roma - Mentre salgono gli indagati per l'uso dei fondi dei gruppi consiliari della Sardegna e in tribunale, a Cagliari, parla la supertestimone che con la sua denuncia ha dato il via all'indagine, sul sito istituzionale del Consiglio regionale compaiono gli elenchi della XIII e della XIV legislatura beneficiari dell'assegno di fine mandato, una sorta di Tfr erogato a tutti i consiglieri uscenti. Importi anche elevati, che spettano a chi abbia maturato almeno 180 giorni in una o più legislature, e che suonano come un privilegio soprattutto per quelli (e non sono pochi) che lo incasseranno pur essendo indagati per peculato nelle inchieste della Procura sarda. Il beneficio, esentasse, viene erogato non solo a chi si è ritirato dalla politica o a chi è stato trombato, ma anche ai politici rieletti nello stesso seggio. Tra le due legislature considerate sono stati erogati quasi 12 milioni di euro con importi variabili. A incassare di più, con un'indennità pari a 310mila euro, è stato Salvatore Amadu (Pdl) con cinque mandati. All'ex sottosegretario della Sanità, Paola Fadda (Pd), sempre con cinque legislature, sono andati invece 283mila euro. Pasquale Onida (Fortza Paris) ha preso 280mila euro, l'ex presidente del Consiglio Claudia Lombardo (Fi) 260mila euro.

Le indagini, intanto, vanno avanti e continuano a riservare sorprese. Ai 66 indagati del filone originario e dell'inchiesta bis, infatti, se ne sono appena aggiunti altri 27. Tutte le accuse si riferiscono al periodo compreso tra il 2004 e il 2009 e hanno coinvolto i politici di ogni schieramento, responsabili per i pm di aver gestito allegramente i fondi regionali. Da martedì prossimo gli indagati verranno interrogati e dovranno giustificare l'uso del denaro dei gruppi. Soldi pubblici destinati alle attività politiche e istituzionali della formazione e utilizzati invece per tutt'altri scopi, anche per pagare le spese di lavanderia di un albergo in cui aveva soggiornato un consigliere o per coprire i costi di una camera d'albergo doppia prenotata a Milano a cavallo delle festività di Capodanno. Della prima inchiesta sui fondi si è tornato a parlare davanti al tribunale di Cagliari nell'ambito del processo a 18 ex consiglieri regionali della XIII legislatura imputati di peculato per il presunto utilizzo illecito dei fondi destinati al gruppo Misto. I giudici hanno ascoltato la super-testimone Ornella Piredda, l'ex dipendente del gruppo misto in Consiglio regionale la cui denuncia per mobbing ha fatto scoppiare lo scandalo che in poco tempo ha messo nei guai quasi 90 politici.

La Piredda ha spiegato che «all'inizio erano più rigorosi nella rendicontazione delle spese, poi meno».

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