Politica

Scende in campo il partito dei preti E il centro trema

Scende in campo il partito dei preti E il centro trema

I cattolici in politica non sono una novità. Ma un movimento di laici cattolici promosso da sacerdoti, pronto a scendere in campo e a debuttare già alle prossime Regionali, questo sì che è un unicum nel panorama politico. E non poteva che nascere in quel laboratorio di idee e sperimentazioni che da sempre è la Sicilia.
Si chiama «UeP», per esteso «Uomini nuovi per una società di uguali e partecipi», la novità che preoccupa i politici di mestiere siciliani. La situazione, dopo le dimissioni del governatore Raffaele Lombardo, è caotica. Già una decina le candidature, c'è un centro che tra Udc (che vuol sostenere l'autocandidato eurodeputato del Pd e gay dichiarato Rosario Crocetta) e Pid (i centristi dell'ex ministro Saverio Romano) è in frantumi. E in questo quadro nasce questo movimento radicato nelle parrocchie. «Non è il partito dei preti – avverte padre Felice Lupo, anima dell'iniziativa e parroco, a Palermo, della chiesa di Sant'Eugenio Papa - non ci saranno preti in lista, è un movimento che nasce dalla comunità cristiana». L'atto costitutivo e il programma sono stati registrati dal notaio, come racconta il Giornale di Sicilia, il 30 luglio scorso. Il logo, un lupo e un agnello su un prato illuminato da una luce abbagliante e la profezia di Isaia «Il lupo e l'agnello dimoreranno insieme», è stato depositato alla Camera di commercio di Palermo. Le liste sono in progress, si stanno raccogliendo le adesioni, si spera di riuscire a presentarle in tutte le province anche se è corsa contro il tempo, perché la Sicilia potrebbe votare già il 14, o addirittura il 7 ottobre. Comunque, alea iacta est, il dado è tratto. La Chiesa si mobilita oggi per le elezioni siciliane, domani chissà.
«Il “sogno” da realizzare – spiega padre Lupo nella lettera inviata alle parrocchie, ricordando la necessità che “l'attuale confusione e vuoto causati dall'antipolitica non vengano coperti, come sta avvenendo, da movimenti non conformi alla vita buona del Vangelo”– è quello di immettere nella politica attiva laici cattolici impegnati nell'itinerario di formazione permanente alla “Vita buona del Vangelo” e alla “Dottrina sociale della Chiesa”». «UeP» vuol essere un «movimento cattolico completamente autonomo e indipendente da qualsiasi vecchia nomenclatura partitica e con liste provinciali senza nessun vecchio politico a capofila». Stretto il controllo della Chiesa. I «cristiani politici» candidati saranno vagliati dai parroci, dall'assemblea costituente e da un apposito Consiglio dei saggi. Attuali i punti programmatici: tetto agli stipendi dei parlamentari, che dovranno essere ridotti di numero e rinunciare ai privilegi della casta; impegno a lasciare nelle casse del movimento il 33% della retribuzione, da «mettere a disposizione, attraverso il movimento, per la creazione di tre posti di lavoro privato messi a concorso»; trasparenza assoluta; e naturalmente la famiglia. Plaude all'iniziativa dei sacerdoti «Italiani liberi e forti», che in Sicilia candida a governatore Gaspare Sturzo, magistrato pronipote del don Luigi padre del Partito popolare antenato della Dc. Ma dalla chiesa palermitana impegnata si leva anche qualche voce di dissenso.

Come quella di padre Francesco Michele Stabile, docente di Storia della chiesa alla Facoltà teologica, che su Facebook lancia l'allarme «collateralismo politico».

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