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Sciolto il nodo Economia: Tabellini

L'ex rettore della Bocconi e già consigliere di De Benedetti in pole position. Franceschini all'Interno, Alfano gli Esteri

Sciolto il nodo Economia: Tabellini

Roma - La lista dei ministri è pronta. O quasi. Sarebbe stato risolto il rebus del ministero dell'Economia. E solo sabato, quando Matteo Renzi scioglierà la riserva e illustrerà la lista dei ministri si saprà se gli ostacoli sono stati superati. Gli ostacoli sono rappresentati dalla circostanza che l'identikit del prossimo ministro non corrisponde agli schemi e ai nomi circolati. Il profilo dice che dev'essere una persona conosciuta in Europa, apprezzata dai mercati e con dimestichezza con la finanza pubblica. «Prima i programmi, poi i nomi», ha ripetuto il presidente del Consiglio incaricato. In serata, comunque, circolava con insistenza il nome di Guido Tabellini. Anche lui bocconiano (come Monti, Grilli e Saccomanni: gli ultimi tre ministri) e con un passato di consigliere di amministrazione della Cir, la finanziaria di Carlo De Benedetti. Il suo profilo professionale e accademico di tutto rilievo non risponde, però, al prototipo di ministro dell'Economia che sembra volere Renzi; pronto a battagliare a Bruxelles in difesa delle riforme che il nuovo governo vuole introdurre, in cambio di maggiore tempo per raggiungere il pareggio di bilancio. Così, in attesa di conoscere la reale scelta di Matteo Renzi, continuano a circolare le voci riguardanti Domenico Delrio. Nemmeno il suo profilo professionale risponderebbe all'identikit; ma potrebbe essere affiancato da viceministri «di peso»: uno per l'attività in Europa (Lorenzo Bini Smaghi? in tal modo, non sarebbe Napolitano a nominarlo); uno per il fisco; uno per l'attività parlamentare (Giovanni Legnini). Contro questo schema, però, remano i veri o presunti desiderata del Quirinale e di Vincenzo Visco. Al governatore della Banca d'Italia e al Colle verrebbe attribuita l'intenzione di confermare Fabrizio Saccomanni.
Sempre sabato si scoprirà se risponde o meno a verità l'intenzione di Matteo Renzi di recuperare il ministero per il Commercio con l'estero: oggi smembrato fra Esteri e Sviluppo economico. Se così fosse, il nome in corsa è quello di Carlo Calenda di Scelta civica. Nella sostanza, il rinato ministero dovrebbe «promuovere» il Made in Italy (sotto ogni forma) nel mondo; e recuperare il lavoro svolto da «Destinazione Italia» con il governo Letta.

Questa soluzione avvicinerebbe Mario Mauro all'Istruzione, in quanto Stefania Giannini avrebbe ceduto il posto di Scelta civica a Calenda. Anche se - a quanto sembra - l'attuale ministro sta opponendo resistenze a lasciare Palazzo Baracchini. L'«utilità marginale» dei Popolari per l'Italia si sarebbe ridotta visto l'ingresso del gruppo Gal in maggioranza. Così, Mauro potrebbe perdere un portafoglio di spesa e finire alle Politiche europee: pianeta al quale, comunque, non è estraneo. Alla Difesa i renziani lo vorrebbero sostituire con «una donna del Pd». Gettonatissima, Roberta Pinotti; anche se resta in lizza anche Federica Mogherini, altrimenti destinata alle Politiche europee. Sembra sicuro il passaggio di Mauro Moretti dalle Fs allo Sviluppo economico. Mentre Dario Franceschini viene dato in avvicinamento al ministero dell'Interno. Il suo nome circola anche per la Giustizia. Per via Arenula, però, è in corsa pure Michele Vietti, attuale vice presidente del Csm.  In serata, i bookmaker di fede renziana fanno tornare in bilico la conferma di Maurizio Lupi alle Infrastrutture. Mentre resta ben salda alla Salute Beatrice Lorenzin. Angelino Alfano potrebbe traslocare al ministero degli Esteri; sulla scia di Gianfranco Fini, Franco Frattini ed Emma Bonino; che il Quirinale vorrebbe, comunque, confermare. Mentre Renzi ancora non ha abbandonato l'idea di promuovere Lapo Pistelli. In tal caso, Ncd avrebbe solo due ministeri: Salute ed Esteri. E Lupi sarebbe diretto verso il partito. Se questo fosse lo schema conclusivo, Alfano si ritroverebbe a gestire la vicenda dei marò, visto che la questione kazaka è stata superata.

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