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Il caso Petraeus, se i moralisti negano la felicità ai potenti

Quanta ipocrisia sull'ex capo della Cia. Negli Usa i peccati consumati di nascosto si tollerano, quelli pubblici si condannano con severità

Il caso Petraeus, se i moralisti negano la felicità ai potenti

Finalmente un argomento appassionante dall'America, dopo la menata delle elezioni presidenziali, tossiche almeno quanto le primarie nostrane. Stavolta la notizia d'importazione è davvero sapida: le corna inflitte dal generale David Petraeus alla moglie Holly, trasformate da questione privata in affare di Stato, al punto d'aver costretto l'alto ufficiale a rassegnare le dimissioni dai vertici della Cia.

Le vicende piccanti delle persone note suscitano grande interesse in tutto il mondo, anche in Italia, dove esistono numerosi giornali specializzati in gossip (i soli non in crisi), ma negli Usa assumono addirittura le caratteristiche del dramma nazionale, mentre da noi rimangono di solito nell'ambito della commedia, anzi della pochade. Abbiamo scoperto che è debole perfino la carne dei generali, pur avvezzi alle durezze e alle crudeltà della guerra. Difatti Petraeus, a forza di frequentare Paula Broadwell, 40 anni, assai caruccia e sveglia, se ne innamorò. Cose che succedono ai vivi; e, poiché era viva anche lei, i due divennero amanti. Nulla di strano. La reciprocità dei sentimenti e dell'attrazione fisica è vecchia come Adamo.

Fin qui si tratta di una storia ordinaria, banale, che però si è complicata quando l'Fbi l'ha scoperta e utilizzata per far fuori il superufficiale. In che modo? Dicendo che probabilmente lui, cotto com'era di lei, chissà quali segreti le avrà svelato. Davanti a questa ipotesi spacciata per verità, Petraeus si è sentito perduto e obbligato a licenziarsi. Anche perché nel frattempo nel mare di pettegolezzi è emersa una seconda fiamma clandestina. Già, le amanti sono come le ciliegie: una tira l'altra.
Travolto dalle chiacchiere e, forse, dalla reazione della legittima consorte, Holly, sposata con lui da 38 anni, il generale ha lasciato l'incarico. Si dà comunque il caso che il fedifrago, sospettato d'aver spifferato in camera da letto informazioni riservate, in realtà non aveva aperto bocca se non per baciare la sua amata, mai rendendola partecipe di questioni d'ufficio. E allora, qual è il problema? La morale (o il moralismo) statunitense è bizzarra: un uomo che ricopra ruoli di responsabilità non deve avere distrazioni con una signora (o due) che non sia sua moglie, altrimenti può cedere alla tentazione di confidarle particolari top secret del proprio lavoro. Ciò fa ridere: perché se uno è serio, tace con tutti e con tutte; se non lo è, blatera anche con la consorte che, potenzialmente, è in grado di fare danni quanto una morosa. Non c'è differenza.

Quindi? Facile capire. Negli States domina ancora il puritanesimo avvolto di ipocrisia: ciascuno faccia pure i propri porci comodi, purché non si sappia in giro. I peccati consumati di nascosto si tollerano, quelli pubblici vanno condannati con severità. E quando qualcuno dà fastidio in un posto, si fa alla svelta: si scava nel suo privato e basta una macchiolina a squalificarlo. Ricordate il calvario di Bill Clinton? Per una stagista compiacente sotto la scrivania, il presidente fu messo in croce, e rammentiamo con quali stratagemmi. Naturalmente nessuno osò contestargli di aver sottoposto a esame orale Monica Lewinsky, l'allieva. Gli rimproverarono d'essere bugiardo, avendo negato il rapporto. Come se fosse semplice, con una moglie come la sua, dire la verità. Senza contare che l'istinto di chiunque tradisca è quello di cadere dalle nuvole anche dinanzi all'evidenza.

L'esperienza di Petraeus è ancora più penosa, non solamente per lui, ma anche per la sua sposa messa alla berlina dai media con descrizioni ingenerose del suo modesto aspetto fisico, confrontato impietosamente con l'avvenenza della rivale (rivali). Assurdo, povera donna: su di età, sfiorita, priva di velleità e sbattuta in effigie in prima pagina. Una signora che ha dedicato la vita alla famiglia sale al disonore della cronaca, senza colpe, perché il marito, agevolato dalla propria posizione di spicco, ha fatto quello che fanno molti, se non tutti: trastullarsi, illudendosi di essere ancora giovane e piacente, con una ragazza fascinosa, forse più innamorata della divisa decorata che non di chi la indossava. Amen.
Non merita scandalizzarsi se una coppia di coniugi sia disturbata dalle corna, spesso bilaterali, nel senso di reciproche. I panni sporchi si lavano in casa e, di solito, si ripuliscono, ma se si espongono in piazza - perché questo è preteso dall'inciviltà della comunicazione - è impossibile fare il bucato e recuperare il lindore necessario a rappacificare cornuti e cornificatori. Holly, oltre al tradimento, ha provato la derisione e la vergogna di essere presentata, senza rimedio, come una donna in disarmo e destinata a subire l'onta dell'adulterio.

Il quale adulterio, se medicato fra le mura domestiche, è una ferita rimarginabile; se, invece, è spiattellato in pubblico, rovina in due minuti 38 anni di matrimonio. Peggio del moralismo, ci sono soltanto i moralisti un tanto al chilo. Solidarietà a Holly. E anche a suo marito che, in un colpo solo, ha perduto la moglie e i gradi di generale.

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