Politica

Sei a rischio depressione? La risposta è nell'esame del sangue

Basta un esame del sangue per stabilire con esattezza la natura di alcuni disturbi dell'umore. In particolare, oggi è possibile distinguere i pazienti con depressione maggiore da quelli con disturbo bipolare, evitando un errore diagnostico che riguarda circa il 70 per cento dei casi.
E' sufficiente un prelievo venoso il cui risultato può contribuire a convalidare una diagnosi che a tutt'oggi si basa sul Dsm4, cioè sul manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali che altro non è se non un sistema di classificazione, e sull'esperienza clinica dello psichiatra. Disporre di un strumento di diagnosi oggettivo ha conseguenze immediate nel tipo di cure: nella depressione maggiore si ricorre a terapie serotoninergiche che, nella depressione bipolare, sarebbero controproducenti visto che questi pazienti di serotina ne producono fin troppa.
Altra conseguenza è che diagnosi e cure sbagliate provocano un aumento di quattro volte del rischio suicidio. Lo confermano le ricerche condotte presso l'Istituto Paolo Sotgiu per la ricerca quantitativa e quantistica in psichiatria e cardiologia della Libera università di scienze umane e tecnologiche di Lugano in collaborazione con il dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell'università di Bologna e con il coinvolgimento dell'Università di Urbino e il Dipartimento di psichiatria dell'Azienda sanitaria di Fano.
I risultati dell'ultimo studio condotto dall'Istituto Sotgiu sono stati presentati ieri alla presenza del presidente della Provincia, Guido Podestà, che ha sottolineato: «Queste ricerche non si caratterizzano, esclusivamente, per l'enorme valore scientifico, ma pure per le future ricadute pratiche sulla vita di tante persone affette dalla depressione. Risulta, dunque, fondamentale, incrementare per quanto possibile i contributi economici alla ricerca. Nelle vesti di presidente, mi impegnerò a sostenere questo campo della medicina ancora in grado di dischiudere importanti innovazioni». La diagnosi di molte patologie psichiatriche avviene in modo clinico. In particolare, la depressione oltre a diversi disturbi dell'umore e al bipolarismo, viene valutata dallo psichiatra mediante l'utilizzo di questionari o test la cui validità è spesso messa in discussione dalla comunità scientifica. Molto spesso, l'unico strumento a disposizione del medico è, nella pratica, l'esperienza costruita negli anni. Questa situazione rende la psichiatria uno dei pochi settori della medicina, forse l'unico, molto legato alla soggettività di chi formula la diagnosi: non è infrequente trovarsi di fronte ad un soggetto nei cui confronti due psichiatri dichiarino diagnosi completamente diverse. All'Istituto Sotgiu da alcuni anni hanno iniziato a studiare le differenze tra le membrane cellulari di soggetti supposti sani e soggetti cui è stato diagnosticato un disordine dell'umore.
Dopo aver osservato e dimostrato che le membrane delle piastrine del sangue hanno caratteristiche simili a quelle delle cellule del cervello, gli scienziati sono riusciti a individuare le differenze biochimiche tra le piastrine dei sani e quelle dei soggetti patologici, anche mediante l'ausilio di complessi metodi matematici.

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