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Civati lancia un sondaggio: "Votiamo la fiducia o no?". In Senato Renzi rischia

In teoria il nuovo governo dovrebbe incassare la fiducia. Ma i malumori di Civati, Sel e dissidenti grillini potrebbero cambiare i numeri

Civati lancia un sondaggio: "Votiamo la fiducia o no?". In Senato Renzi rischia

Di sicuro c'è solo che è un campo minato. In Senato, Renzi rischia di fare la fine di Prodi. Perché i numeri a Palazzo Madama sono labili e soprattutto incerti. Il primo ostacolo sarà il voto di fiducia del nuovo governo. Stando alle posizioni ufficiali dei diversi gruppi parlamentari, il nuovo esecutivo non dovrebbe avere problemi, ma le insidie velate o dichiarate ci sono, specie all'interno del Pd. Civati non esclude che i sei senatori che fanno a lui capo votino no alla fiducia e diano così il via a quel progetto che ha già ribattezzato il "Nuovo centrosinistra". Corradino Mineo si è spinto già a delineare l’identikit di un nuovo gruppo, che potrebbe formarsi unendo i sei civatiani, i sette senatori di Sel e i dissidenti del M5S. Votare o no la fiducia al governo Renzi? Lo ha chiesto Pippo Civati ai militanti su Internet, alla vigilia dell’incontro della sua area a Bologna. Il deputato Pd vuole un parere, "perché sono di solito gli elettori a scegliere". E domanda pure se per il futuro sia meglio rimanere nel Pd o ricostruire la sinistra con gli altri partiti. Insomma, il rischio che il gruppo dei civatiani non voti la fiducia è ben presente. Un'altra grana potrebbe essere quella dei Popolari per l'Italia. "Avremmo preferito che il ministro Mauro proseguisse nel suo incarico. Non abbiamo il vincolo di dover votare la fiducia a prescindere. Saremo ancora più rigorosi nel guardare il programma: se dovessero mancare quegli elementi che abbiamo chiesto, ne trarremo le conseguenze. Il gruppo ne discuterà lunedì mattina e decideremo.
Non siamo nemmeno spaventati di andare al voto: la minaccia del voto non ci preoccupa per nulla",
ha dichiarato Andrea Olivero (Popolari per l'Italia), intervenendo a Tgcom24.

La maggioranza assoluta in Senato è di 161 voti. Il Pd conta su 107 senatori, 31 sono quelli di Ncd, 8 quelli di Scelta Civica e 12 quelli del Gruppo delle Autonomie linguistiche. Poi ci sono i voti dei due senatori a vita che fanno parte del gruppo misto, cioè Ciampi e Piano. Il soccorso dovrebbe però arrivare da tre senatori espulsi da M5S che hanno già votato la fiducia al governo Letta e che sono: Fabiola Anitori, Paola De Pin e Marino Mastrangeli. L'altra senatrice espulsa, Adele Gambaro, ha invece dichiarato che non darà il suo sostegno a Renzi. Un altro soccorso potrebbe arrivare da alcuni degli undici senatori del Gal (Grandi autonomie e Libertà): "Decideremo che atteggiamento tenere dopo aver letto e ascoltato l’esposizione del presidente del Consiglio in Aula", ha detto il capogruppo Mario Ferrara. Considerando i voti di alcuni senatori del gruppo Misto, Renzi conterebbe su 170-176 voti a Palazzo Madama.

Ma se civatiani, Sel e dissidenti pentastellati non votassero la fiducia, la situazione si farebbe molto complicata.

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