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"Senza tagli alle imposte l'Italia non può ripartire"

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: "Il governo ha fatto l'errore di non bloccare l'aumento Iva, ora trovi il coraggio di cambiare marcia con la riforma fiscale"

"Senza tagli alle imposte l'Italia non può ripartire"

Roma - Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ancora segnali negativi dall'economia. Cosa non ha funzionato?
«Non riusciamo a crescere. L'economia arretra o ristagna. Il peggio è arrivato negli ultimi tempi quando, schiavi delle circostanze, abbiamo iniziato a percorrere la strada dell'incremento profondo e costante della pressione fiscale».

A parole tutti vogliono cambiare marcia...
«Ma bisogna farlo sul serio e subito. Il 2014 è l'anno decisivo per capire se il nostro Paese è sui binari del declino inarrestabile o se vuole correre sui binari dell'alta velocità».

Bisogna partire dal fisco?
«Quella fiscale è la madre di tutte le riforme. Bisogna ridurre le tasse e semplificare un barocco sistema di pagamenti e adempimenti. Se non si riparte da questo punto, che è la precondizione per fare qualsiasi altro ragionamento, il nostro Paese è destinato a sopravvivere, a costo di crescenti sacrifici, con incrementi di Pil risibili».

Possibile farlo in queste condizioni politiche?
«Il governo Letta, la cui maggioranza è stata certificata con il voto di fiducia deve, con determinazione e coraggio, trovare quelle risorse per creare un fisco amico delle imprese e dei lavoratori. Innanzitutto, ci aspettiamo che, dopo l'errore di non aver bloccato l'aumento dell'Iva, trovi un colpo di reni per indicare tempi e modi per compiere questo passo».

Con quali risorse?
«La nostra proposta è andare avanti con la spending review e la lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione, avanti con la dismissione di patrimonio pubblico, in primis immobiliare, avanti con il federalismo e la lotta all'evasione».

Dal vostro punto di vista la riduzione del costo del lavoro è una priorità?
«Si parla di un futuro taglio del cuneo fiscale, ma intanto una settimana fa il cuneo fiscale è aumentato, perché è aumentata l'aliquota standard dell'Iva. E l'Iva è il grande cuneo fiscale che riduce il ricavo per i venditori e accresce i prezzi per i compratori».

Con la legge di stabilità l'Iva sarà sicuramente oggetto di una rimodulazione delle aliquote. Il mondo del commercio vede con preoccupazione questa riforma?
«Si corre un grave pericolo che va scongiurato: rimodulazione non può voler dire incremento del gettito e cioè incremento della pressione fiscale. Al contempo, si rimette in discussione la prima rata dell'Imu e non si è deciso sulla seconda e attendiamo con ansia e preoccupazione la sistemazione delle imposte sugli immobili con la service tax».

Tornando alla riduzione del cuneo fiscale, quali rischi vede?
«Si parla di ridurre le imposte sul lavoro, ma di quale lavoro si tratta? Del lavoro dipendente e dei pensionati. Ma perché? E l'equità orizzontale? Redditi uguali percepiti in condizioni uguali dovrebbero essere tassati nella medesima misura. Invece attraverso un oscuro sistema di detrazioni l'Irpef verrà abbassata solo su pensionati e lavoratori dipendenti. Anche gli autonomi e gli imprenditori sono lavoratori e a tantissimi di loro rischia di non andare alcun beneficio. A nostro avviso bisogna restituire potere d'acquisto attraverso la riduzione delle aliquote Irpef per tutti i redditi e compensare gli incapienti con un bonus.

Così potremo accedere a maggiori redditi e maggiori consumi e quindi toccare con mano un po' dell'agognata crescita economica che da tanto, troppo tempo attendiamo».

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