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Sequestro Spinelli, Bruti Liberati: "Non fu pagato riscatto"

Il contabile del Cav rapito a Bresso il 15 ottobre scorso e rilasciato l'indomani. Processo immediato per l'ideatore Francesco Leone e i tre albanesi

Francesco Leone  uno degli italiani arrestati per il sequestro lampo e ricatto a Giuseppe Spinelli
Francesco Leone uno degli italiani arrestati per il sequestro lampo e ricatto a Giuseppe Spinelli

Solo una banda di balordi? "Sí, questo è quello che abbiamo accertato". Così Edmondo Bruti Liberati, procuratore della Repubblica, tira le somme dell'indagine sul sequestro lampo di Giuseppe Spinelli, contabile di fiducia di Silvio Berlusconi, rapito nella sua abitazione di Bresso il 15 ottobre scorso e rilasciato l'indomani. Per quel sequestro, la procura chiede il processo immediato solo per quattro persone. Sono l'ideatore Francesco Leone e i tre albanesi accusati di essere gli esecutori materiali. Escono dall'inchiesta due degli arrestati, Alessandro Meier e Pierluigi Tranquilli, per i quali si va verso l'archiviazione. E soprattutto svanisce l'ipotesi di un secondo livello, di un mandante esterno, di un mister X di cui si era più volte evocata la presenza nelle ore successive al sequestro, e di cui - a dire il vero - si trova traccia anche in alcuni dettagli della vicenda rimasta inesplorati.

"Non è stato pagato alcun riscatto" dice inoltre Bruti; e dalla lettura del capo di imputazione si evince anche che il misterioso dossier sul caso del Lodo Mondadori, offerto dai rapitori a Silvio Berlusconi in cambio di un mega riscatto da trenta milioni, non é mai esistito se non nelle millanterie del clan. "Documentazione a cui, a detta di Leone, Berlusconi sarebbe stato interessato, ma in realtà inesistente e mai posseduta (...) il supporto informatico era vuoto e quindi privo di qualsiasi tipo di documenti".

Ai quattro imputati viene contestato il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. Come vittime, oltre a Spinelli e a sua moglie Anna Rasconi, viene indicato anche Silvio Berlusconi, cioè colui che nelle intenzioni del clan avrebbe dovuto pagare il riscatto. É una imputazione che potrebbe costare agli imputati fino a trent'anni di carcere, ed é probabile che Leone e gli altri cerchino se non altro di limitare i danni chiedendo il rito abbreviato.

E tutto il resto che fine ha fatto? I soldi già incassati dalla banda, di cui si parlava nelle intercettazioni? I misteriosi passaggi di Leone nella zona di Milano 2, durante il rapimento? Gli interrogativi sull'inspiegabile comportamento della banda, che rilascia Spinelli prima di avere avuto qualunque garanzia di pagamento del riscatto? E, soprattutto: é credibile che un balordo di modesta tacca come Leone, ex rapinatore ed ex pentito, abbia escogitato un piano che tirava di mezzo vicende di alta finanza come il lodo Mondadori?

Sono tutti interrogativi che questa mattina i vertici della procura milanese liquidano come archiviati o irrilevanti. La storia del sequestro di Giuseppe Spinelli viaggia verso il processo come una maldestra impresa di una banda di balordi. E così, verosimilmente, verrà sanzionata dai giudici: a meno che prima di allora, davanti allA prospettiva di qualche decennio di carcere, il capobanda Leone non decida di raccontare un verità diversa.

Per ora, assicurano in Procura, non ci sono altri indagati.

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