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Sequestro Spinelli, il racconto della moglie Anna Rasconi

"Vedevo mio marito che perdeva sangue dalla bocca a causa dell’aggressione e i suoi occhiali rotti a terra". "In quel momento ho pensato che ci avrebbero ammazzato"

Sequestro Spinelli, il racconto della moglie Anna Rasconi

Anna Rasconi, moglie di Giuseppe Spinelli, il collaboratore di Silvio Berlusconi vittima - con lei - di un sequestro lampo, racconta agli inquirenti come si sono svolti i fatti.

"Vedevo mio marito che perdeva sangue dalla bocca a causa dell’aggressione e i suoi occhiali rotti a terra", spiega la Rasconi, che aggiunge: "In quel momento ho pensato che ci avrebbero ammazzato".

Il racconto dei fatti è preciso. Il marito chiama "sul telefono di casa verso le ore 21". Da lì a poco sarà a casa. "Ho cominciato a preparare la cena e verso le 21.45 ho sentito l’ascensore che si fermava al piano e dall’ascensore ho visto uscire mio marito".

Nei giorni scorsi alcune telefonate, considerate "sospette" e la presenza di due uomini che salivano a piedi la rampa di scale fino a casa Spinelli, che si trova all'ottavo piano, avevano messo in allarme i due coniugi.

Bastano "pochi secondi". La moglie apre la porta. "Ho visto una persona che di corsa scendeva le scale che portano al vano ascensore del piano di sopra, mentre un’altra persona è sbucata dal secondo ingresso. Hanno afferrato mio marito, entrambi erano armati e con due passamontagna, e hanno spinto mio marito dentro casa".

Spinelli viene aggredito. "A mio marito sono rotti anche gli occhiali", spiega la moglie, che racconta il prosieguo della vicenda. "In quel momento ho pensato che ci avrebbero ammazzato. Subito però i due ci hanno detto di stare tranquilli, che non ci avrebbero fatto niente e ci hanno anche detto di stare seduti sul divano, e noi così abbiamo fatto".

Gli aggressori dicono che è in arrivo "un'altra persona importante che ci avrebbe detto cosa fare". In un attimo di umanità, poi, uno degli aggressori va a prendere un bicchier d'acqua per la signora Spinelli, che chiede di potersi alzare dal divano. Poi la donna prende dalla tasca un rosario. Con il marito inizia a pregare.

E il sequestratore: "Anch’io sono credente".

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