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Lo show di Berlusconi per i 300mila in piazza: "Bersani? Un precario"

Il leader del Pdl passa al contrattacco: "Non accetteremo golpe al Colle". "Solo io potevo resistere al fango dei pm"

Lo show di Berlusconi  per i 300mila in piazza: "Bersani? Un precario"

Roma - Solo sul palco per ribadire la sua militanza, il suo impegno, il suo senso di responsabilità. E la sua determinazione. Berlusconi non ha dubbi e mostra i muscoli. «Ci avevano dati per agonizzanti e invece eccoci qui» commenta tra i boati della folla. E aggiunge: «Vi comunico ufficialmente che sono pronto anch'io a una nuova campagna elettorale». Rinvigorito dall'affetto di una piazza gremita da 300mila persone secondo il Pdl e dal responso delle urne, il Cavaliere detta le sue condizioni e al «precario» Bersani manda a dire: «O si fa un governo forte che coinvolga in un momento così grave tutte le forze responsabili o si va al voto». E indica in tre punti gli obiettivi da perseguire: «Sconfiggere l'oppressione fiscale, quella burocratica e quella giudiziaria». Sull'Europa, poi, si mostra a un tempo responsabile e fermo: «La moneta unica non è nostra nemica. Però con l'austerità ci sono ora 50 milioni di europei senza lavoro». E si permette una critica nemmeno tanto velata alla Merkel: «Il nostro nemico sono gli egoismi nazionali di chi si sente egemone».
Per tornare alle battaglie più urgenti, Berlusconi non rinuncia a dire la sua sul Quirinale. Ribadendo la «massima fiducia» in Napolitano, avverte che per trovare il suo successore non si può fare a meno di considerare il voto di dieci milioni di moderati che devono sentirsi rappresentati anche dal prossimo inquilino del Colle. «La più alta carica dello Stato - spiega il Cavaliere - non può essere decisa nel chiuso di qualche stanza da quattro capipartito, magari invitando Prodi, un presidente che sarebbe tutto tranne che super partes». E i dieci milioni di italiani che lo hanno scelto possono contare anche sulla sua ferma intenzione di migliorare la giustizia. «Serve una riforma seria - spiega - solo io potevo resistere a tutte le accuse e il fango che mi sono stati gettati addosso. Non vogliamo una giustizia succube della politica. La vogliamo libera, ma libertà non significa arbitri». E ne traccia l'identikit ideale. «Non deve essere al di sopra del popolo ma deve dispensare giustizia in suo nome. E senza mandato popolare non può far cadere governi (come accadde nel '94, ndr) o decidere le leggi che un Parlamento deve o non deve approvare». Berlusconi non risparmia nemmeno il leader del Movimento 5 Stelle, tanto corteggiato a sinistra: «L'unica cosa che Grillo non vuole è governare: dice che vuole il 100% dei voti, un governo monocolore... vi ricorda qualcosa?».
Contro la protervia di tutti gli avversari già ad apertura di comizio aveva detto rivolto alla folla: «Siete tantissimi. Sapete? Non avevo mai visto tanti impresentabili tutti insieme». E cita Gandhi. «C'è una sua frase che mi torna in mente: “Prima ti deridono, poi ti combattono, poi vinci”. Non siamo impresentabili, ma responsabili. E comunque non possiamo accettare che la democrazia e la libertà siano calpestate da chi vuole annientare gli avversari per via giudiziaria». Da Gandhi ai due marò il passo e breve. Berlusconi dal palco di piazza del Popolo manda loro un affettuoso saluto e bacchetta Monti. «Un grande Paese - dice - non può abbandonare i suoi uomini. E noi non possiamo consentire che l'Italia sia così umiliata. E soprattutto non possiamo consentire che ciò avvenga da parte di chi, come Monti, raccontava di aver ridato credibilità al nostro Paese». «Non sono stati mai più credibili di noi - aggiunge - ma sempre supini alla Germania e ora anche all'India».
Nel pomeriggio romano il sole scalda gli animi e c'è spazio anche per l'ironia. Tra i tanti saluti alle autorità, Berlusconi ricorda Fini: «Gli mando un saluto. Sono convinto che a Montecarlo non se la passi male». «Ma l'avete visto Bersani? - rincara - ha la faccia di uno che ha cercato di smacchiare un giaguaro e il giaguaro lo ha ridotto male». Da lì alla paura dei comunisti il passo è breve: «Ne ho visti tanti negli studi tv che mi è venuta la congiuntivite». Poi torna serio ricordando i milioni di disoccupati e le condizioni di precarietà economica di troppi italiani. «Il Pd conclude Berlusconi - non ha alcuna attenzione per i pensionati che non arrivano alla fine della seconda settimana del mese e si disinteressa dei giovani costretti a lasciare l'Italia.

Gli interessano soltanto le banche, come ha dimostrato il caso Mps».

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