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Silvio: Pdl vecchio e litigioso ormai è soltanto archeologia

Il Cav infastidito dall'immagine "surreale" data dal partito a Porta a porta: Pdl vecchio e litigioso. Elogi a Renzi

Silvio: Pdl vecchio e litigioso ormai è soltanto archeologia

Se mai Berlusconi ha avuto un solo dubbio sulla necessità di azzerare il Pdl e rivoluzionarlo dalle fondamenta gli è passato definitivamente mercoledì sera. Quando sintonizzato su RaiUno ha seguito prima il confronto tv tra Bersani e Renzi e poi «lo spettacolo indegno» andato in onda a Porta a porta che trattava delle ormai defunte primarie del Pdl. Una cosa «surreale», confida il Cavaliere in più d'una telefonata. Roba da archeologia, insiste in privato Berlusconi, con un Pdl che «ha dato l'immagine di un partito vecchio e nel caos». Fotografia resa ancora più nitida dal paragone con il dibattito Bersani-Renzi, con i due che si sono affrontati sui temi concreti, senza accavallarsi e con risposte brevi e chiare. «Loro hanno dato l'immagine dell'unità, noi l'esatto contrario», si sfoga Berlusconi.

Colpa del format, certo. Visto che la puntata di Porta a porta era registrata e questo ha contribuito a renderla ancora più avulsa dalla realtà. Ma al di là di questo gli ospiti in studio hanno dato l'impressione di un partito in guerra, tanto che pure Lupi (uno dei presenti) non esita a definirlo «il miglior spot che si poteva fare al Pd». «Sembravamo marziani», ammette.
Ed è esattamente questa l'impressione che ha avuto Berlusconi: «Un partito nel caos». D'altra parte, al di là del format, è proprio così che stanno le cose, visto che il Pdl è alle prese con uno dei suoi momenti più tesi. Anche le riunioni di ieri a via dell'Umiltà pare siano state piuttosto accese, per non parlare degli stracci volati in pubblico tra Bondi e Sacconi o tra Bernini e Beccalossi. Chi a Berlusconi non è dispiaciuto, invece, è Renzi. «Ha sul Pd l'effetto della candeggina, riesce a smacchiare quel che di comunista è rimasto», dice in privato. Insomma, «se Bersani rappresenta il vecchio, il sindaco di Firenze ha decisamente un effetto trainante».

Ribadita la necessità di un vero e proprio reset, Berlusconi è però tornato a temporeggiare. Una breve telefonata con Alfano per dare il via libera al comunicato in cui si annuncia per la prossima settimana l'ufficio di presidenza che staccherà la spina a delle primarie che sono cerebralmente morte da almeno un mese e poi più nulla. I due potrebbero vedersi ad Arcore domani per un chiarimento, ma chi conosce il Cavaliere ha la sensazione che voglia prendere tempo. Non tanto per le primarie del Pd (la vittoria di Bersani la dà per scontata), quanto per vedere se La Russa riesce a convincere il resto degli ex An a lasciare il Pdl (ieri mattina sono stati riuniti per ore a discuterne) e, soprattutto, capire con quale legge elettorale si andrà a votare. È questo il vero nodo. Anche perché pare che parte del Pdl stia minacciando di reintrodurre le preferenze (cosa che favorirebbe gli ex An) e dire no alle candidature multiple (il che vorrebbe dire che Berlusconi non potrebbe fare da traino come capolista in tutte le circoscrizioni). Una partita delicatissima che il Cavaliere sta giocando in prima persona.

Intanto, da Arcore si è messa in moto la macchina elettorale. Ai 242.312 iscritti al sito Forzasilvio.it è infatti arrivata una mail in cui si chiede la disponibilità a mobilitarsi in rete mettendo a disposizione i propri blog o i propri profili Facebook e Twitter. «Un censimento importante – spiega Palmieri – visto che i due terzi di loro sono sostenitori di Berlusconi ma non sono iscritti al partito». Ma che Berlusconi sia già in corsa lo dimostra la terza visita a Milanello in dodici giorni. Non solo il Milan vince, ma il Cavaliere porta a casa le prime due pagine della Gazzetta dello Sport un giorno sì e uno no.

E la «rosea» da sola vende più di Corriere della Sera e Sole24Ore messi insieme.

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