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Silvio tiene unito il partito Ma prepara il colpo di scena il retroscena LE MOSSE DEL CENTRODESTRA

Berlusconi evita lo strappo nonostante le sue perplessità sulle primarie. Però pensa sempre alla scossa: "Tirerò fuori un dinosauro dal cilindro"

Quello che va in scena a Palazzo Grazioli è una sorta di psicodramma collettivo. Quasi cinque ore in cui si doveva parlare delle regole delle primarie diventano infatti l'occasione in cui molti dei big di via dell'Umiltà dicono la loro sullo stato di un partito sempre più in affanno e sulle prospettive future. Una lunga serie d'interventi che seguono quello di un Silvio Berlusconi che non nasconde le sue perplessità sullo strumento delle primarie e immagina «una grande rivoluzione all'interno del partito», cambiando «tutto e non solo il nome». Ci vuole, dice, «un grande choc».

L'ufficio di presidenza del Pdl riunito nel parlamentino al piano terra di Palazzo Grazioli va in subbuglio. «Qui finisce a sediate», è il tenore degli sms che manda chi sta dentro. Sono settimane che i rumors raccontano di un Cavaliere lontano dal partito e pronto a lanciare una sua lista e quelle parole lasciano pensare che il momento stia per arrivare. Del regolamento delle primarie non parla nessuno e la questione è rimandata ai prossimi giorni. Tutti, invece, si concentrano sui destini del Pdl e sono molti gli accorati interventi di chi invita all'unità e sottolinea come qualunque ipotesi di spacchettamento in questo momento non farebbe che saltare il banco. Lo dice Fabrizio Cicchitto, lo ribadiscono Gaetano Quagliariello, Raffaele Fitto e Mariastella Gelmini. Pure Maurizio Gasparri - che dopo l'intesa sulla legge elettorale si era di molto irrigidito - insiste in questa direzione. Troppe le tensioni, per non parlare degli ex An sempre più sul piede di guerra. Insomma, il Pdl non reggerebbe.

Il Cavaliere ascolta e, raccontano i presenti, coglie la delicatezza del momento. Ecco perché ammorbidisce i toni, spiega che il suo era «uno sfogo» e dice che le primarie vanno fatte. Le perplessità su uno strumento in cui non crede affatto restano tutte, ci mancherebbe. Tanto che, fosse stato per lui, le primarie si sarebbero potute fare tramite call center in una decina di giorni. Ma evidentemente Berlusconi capisce che non è il momento di tirare la corda, che per tenere tutto insieme come gli hanno appena chiesto quasi tutti è necessario un suo segnale. Di qui la frenata, la decisione di fare una conferenza stampa quando sono ormai le otto di sera passate, per mettere in chiaro che con Alfano non c'è alcuna divergenza. Lo dice a favore di telecamere Berlusconi, dà il via libera alle primarie ed esclude di pensare ad una sua lista. Psicodramma congelato. Con tanto di scambio di baci tra Alfano e Daniela Santanché al termine della conferenza stampa. «Abbiamo appena battezzato le primarie», spiega l'ex sottosegretario che da giorni ha annunciato la sua candidatura. Con loro correrà di certo anche Giancarlo Galan, perché - dice - si sente la necessità di un candidato del Nord. Una battuta che porta a qualche attimo di tensione tra lui e Alfano.

Al di là delle immagini e delle parole, però, è chiaro che Berlusconi continua a pensare a qualcosa di diverso dal Pdl, magari da affiancargli così da poter diversificare l'offerta. Discorsi già fatti tante volte in questi mesi e che ovviamente il Cavaliere non archivia in un pomeriggio. Non a caso, prima di congedarsi ribadisce l'intenzione di essere più presente in tv e promette che «lo choc per il partito ci sarà».

«Tirerò fuori un dinosauro dal cilindro, aspettatevi sorprese».

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