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Sindaci No Tav e grillini violano la zona rossa

Antagonisti contro i "pm combattenti". I sindacati di polizia: è l'anticamera del terrorismo

Sindaci No Tav e grillini violano la zona rossa

Roma - I sindaci No Tav violano la zona rossa: «Vogliamo riprenderci le nostre terre». Dopo gli scontri e la violenza ieri il cantiere di Chiomonte è stato teatro di una nuova protesta, questa volta fortunatamente del tutto pacifica, da parte degli amministratori della Val di Susa. Un centinaio di persone tra le quali il primo cittadino di San Didero, Loredana Bellone e Marco Scibona, senatore del Movimento 5 stelle. Obiettivo dei manifestanti poi raggiunto era quello di entrare nella zona rossa, un'area delimitata come off-limits da un'ordinanza della Prefettura tra la Valle Clarea e le recinzioni del cantiere. Un atto simbolico dunque per protestare contro una decisione giudicata illegittima dagli amministratori locali. Prima la marcia poi la discussione con le forze dell'ordine che alla fine hanno lasciato passare tutti, ribadendo però che si stava violando un provvedimento delle autorità. I manifestanti si sono accalcati intorno alla reti del cantiere, scandendo slogan. «Sono al fianco di chi protesta - dice Scibona di M5S - Le ordinanze si basano su presupposti illegittimi e scavalcano il potere sovrano del Parlamento». «Riteniamo inaccettabili le restrizioni a muoversi sul nostro territorio», spiega Luana Garofalo, consigliera di minoranza a Bussoleto.

Quella di ieri è stata una protesta pacifica ma molti, soprattutto tra le forze dell'ordine, ritengono che alcuni politici, locali tra i sindaci e pure nazionali in particolare nel M5S, facciano in qualche modo da sponda a proteste che ora stanno diventando sempre più aggressive e violente. E proprio sugli scontri di due notti fa non si placano le polemiche. Da un lato le forze dell'ordine che sono in prima linea e chiedono un intervento più fermo da parte della politica. La denuncia del sindacato di polizia è stata chiara: oramai in Val di Susa sono arrivati i professionisti della protesta violenta e per il momento la politica sembra intenzionata soltanto a guardare. Luca Pantanella, vicesegretario nazionale del sindacato di polizia Ugl, rilancia le preoccupazioni già espresse dal Siap. «Chiediamo una forte reazione dello Stato - dice Pantanella - Siamo all'anticamera del terrorismo che vorrebbe anche il coinvolgimento di parte della popolazione con lo scopo di ribellarsi ad ogni regola e liberare il territorio con la violenza».

Pantanella promette che il sindacato metterà i propri legali a disposizione dei poliziotti accusati di aver palpeggiato l'attivista Marta Camposana durante il suo arresto che poi li ha pubblicamente denunciati. Dai No Tav si levano accuse contro le forze dell'ordine e parlano di «violenza preordinata» da parte della polizia contro i manifestanti. In particolare il movimento punta l'attenzione sulla presenza dei due magistrati l'altra notte, quando si sono consumati gli scontri. Il fatto che Andrea Padalino e Antonio Rinaudo fossero lì nella notte tra il 19 e il 20 luglio diventa sui social network e siti web la prova che si tratta di «magistrati combattenti e non imparziali». I due pm si occupano di No Tav da qualche mese e volevano vedere con i propri occhi che cosa succede intorno ai cantieri, come evolve la protesta.

Ma per il movimento, scrivono on line i dissidenti, «non sono il massimo quanto a verifica puntuale ed imparziale delle violazioni di legge».

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