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Renzi ora ci crede. Intanto nel partito è già il leader al Nord

Alle primarie dell centrosinistra Bersani è primo, ma Renzi ha già vinto la sua sfida. Il rottamatore strappa al segretario molte zone rosse e spopola pure in parte dell'Emilia. Adesso cerca i voti di Vendola. Domenica prossima il ballottaggio

Matteo Renzi parla a conclusione delle primarie
Matteo Renzi parla a conclusione delle primarie

Roma - In piazza dei Ciompi a Firenze, che era il suo seggio, ha simulato aplomb elettorale fino alle 19. Poi, dopo un'ora e mezza di fila, Matteo Renzi è sbottato. «Mi viene da ridere». Telefonata di fuoco al comitato organizzatore, ma nessuna corsia preferenziale rispetto agli altri fiorentini in coda. Lo sfidante di Pier Luigi Bersani ha votato dopo due ore e 40 minuti di attesa, dieci minuti oltre l'orario ufficiale di chiusura. Ma non ha accusato l'organizzazione nazionale e ha derubricato la disorganizzazione come un fatto locale. Frutto, ha spiegato ai giornalisti, della cocciutaggine di un pezzo di Pd fiorentino che si è rifiutato di mettere più seggi e forse ha sperato che votassero meno persone, proprio «dove Renzi è forte».
Perché la tendenza ieri era chiara anche prima della chiusura dei seggi. Renzi vince nel Centronord. Spopola nelle Regioni rosse, compresa l'Emilia Romagna.
«Altro che voti della destra, abbiamo vinto nella stragrande maggioranza delle Regioni rosse», è stato il leit motiv del suo saluto ai collaboratori ieri notte. «Questa vulgata giornalistica che noi stiamo a destra e gli altri a sinistra, va prima o poi risolta». Messaggio chiarissimo rivolto ai potenziali elettori del ballottaggio. Perché una cosa da ieri è chiara. Il sindaco di Firenze andrà a caccia soprattutto dei voti di Nichi Vendola, che sta alla sua sinistra e a sinistra anche di Bersani. Il ballottaggio è una partita aperta. «Si riparte da zero a zero, è la partita più bella».
Ne erano sicuri i suoi sostenitori che ieri erano riuniti nella sede di piazza delle Cinque Lune a Roma. Ovazioni all'arrivo dei primi risultati nella Capitale, brindisi a base di menù tex-mex sui voti dei seggi di Piazza del Popolo e dell'Eur. Siamo a caccia dell'effetto Alemanno, spiegavano nel comitato elettorale di Renzi, riferendosi al voto per il sindaco di Roma. Francesco Rutelli prese il 45% al primo turno, ma crollò al secondo. I voti di chi voleva una rottura rispetto alla precedente amministrazione confluirono sull'attuale sindaco che aveva perso il primo turno.
Il principale ostacolo a questo punto è la regola che impedisce a chi non ha votato ieri di partecipare al secondo turno delle primarie del centrosinistra. «Ma daremo battaglia per fare votare tutti», assicura Andrea Sarubbi deputato Pd e renziano doc. C'è la regola che permette di votare a chiunque possa fornire una giustificazione per non avere partecipato ieri. Da oggi e fino a domenica prossima partirà una campagna dei renziani per farlo sapere al maggior numero di persone. Ma il comitato per Renzi spera di andare anche oltre.
«Con i ballottaggi giochiamo tutto - conferma Mario Adinolfi, esponente democratico che ha scelto di sostenere il sindaco di Firenze - anche perché non è detto che i voti di Vendola vadano a Bersani. Molti di quelli che hanno scelto il leader di Sel lo hanno fatto per dare un segnale di rottura». In generale, il risultato di ieri è una vittoria per i renziani. «I dati sono ottimi», commentava Renzi via Twitter mentre arrivavano i primi exit poll.
«I profeti di sventura, quelli che dicevano che le primarie avrebbero sfasciato il partito dovrebbero avere il coraggio di ammettere l'errore, ma non lo faranno», commentava Paolo Gentiloni. E comunque, «Renzi ha fatto un miracolo con il 90% del partito contro e va al ballottaggio. E la sfida è aperta». La prossima tappa è il confronto tv. Già oggi ci sarà una sfida a distanza a Che tempo che fa.

Poi il faccia a faccia, mercoledì alle 21,10 su Rai1.

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