Politica

Sinistra in imbarazzo, Fi e Lega insorgono

Solo silenzi nel Pd. Gasparri attacca: "Alla prima morte per overdose denuncio la Consulta"

Roma - Quattromila pusher in libertà, che problema c'è? Sbarre aperte, spaccio depenalizzato, la legge Fini-Giovanardi cancellata: che c'è da preoccuparsi? Eppure, secondo gli esperti, dopo la sentenza della Cassazione da preoccuparsi ce ne sarebbe, eccome. Bisognerebbe metterci una pezza, correre ai ripari, fare un'altra legge, un decreto. Invece niente. Per adesso, da sinistra e dal governo, l'unica reazione pervenuta è il silenzio. Persino Repubblica, che pure alla notizia ha dedicato due pagine, in «prima» non ha nemmeno un richiamo. Imbarazzo tanto, parole zero. Anzi, le uniche voci che finora si sono alzate non sembrano un granché allarmate. Andrea Orlando, ministro della Giustizia, l'ha buttata sulla invivibile situazione delle carceri: «Grazie a questa decisione, l'uscita dall'emergenza del sovraffollamento degli istituti di pena sarà più rapida». E Luigi Manconi, senatore del Pd e presidente della commissione diritti umani, applaude la Suprema Corte: «Un verdetto sacrosanto e provvidenziale, la magistratura è intervenuta dove il Parlamento ha fallito. L'ingiustizia è stata sanata, ora però serve una sanatoria».

Infuriato Maurizio Gasparri. «Alla prima morte per overdose causata da uno spacciatore scarcerato dopo il ricalcolo della pena, denuncerò tutti i membri della Consulta». La Consulta? «Sì - risponde il senatore di Forza Italia - la Consulta. La colpa è della Corte Costituzionale che ha emanato alcune settimane fa una sentenza sbagliata, infondata, foriera di gravi danni. La Cassazione si è poi soltanto adeguata a quella decisione. Mi rendo conto che le scelte dell'Alta Corte sono insindacabili, ma io farò questa denuncia come atto simbolico per richiamare alla loro responsabilità gli autori di una sentenza così aberrante». Per Matteo Salvini «è una follia e anche una porcata». Nemmeno il leader leghista ce l'ha con la Cassazione, «che ha solo preso atto di una legge ipocrita e democristiana», ma con «il governo Renzi-Alfano: da una parte si dice che la droga fa male, però quella leggera no, e chi ne vende poca non è punito». Si tratta di «un'ipocrisia, e anche una pesante regressione culturale, perché la droga è droga, non ci dev'essere distinzione tra piccolo e grande spaccio. Non ci sono piccoli reati, si muore anche assumendo una piccola quantità di stupefacenti».

«Dopo la cancellazione della Fini-Giovanardi - aggiunge il deputato del Carroccio Marco Rondini - e il conseguente decreto, governo e consigli superiori hanno sancito definitivamente la garanzia di immunità ai pusher, prevalentemente immigrati, che ammazzano i nostri ragazzi vendendo loro la droga. In quattromila fra poco usciranno di galera beneficiando di sconti di pena e depenalizzazioni assurde e totalmente anti-sociali». E Daniela Santanchè si rivolge agli elettori di centrosinistra: «Mi spiace per quegli italiani che sono caduti nella trappola che votare Renzi la soluzione migliore per la vita loro e dei loro figli. Oggi si trovano, a loro insaputa, complici nella scarcerazione di tantissimi spacciatori.

Ripensateci, siamo ancora in tempo per riprenderci la libertà di difendere i nostri principi e i nostri valori».

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