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La sinistra vuole le dimissioni di Formigoni, ma tace su Vendola ed Errani

Il solito doppiopesismo: tutti chiedono le dimissioni di Formigoni, ma nessuno parla di Vendola ed Errari per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio

La sinistra vuole le dimissioni di Formigoni, ma tace su Vendola ed Errani

È il solito doppiopesismo della sinistra, sppalleggiata da una stampa che da una parte fa da megafono alle procure e dall'altra "insabbia" le notizie a seconda della convenienza. Un difficile gioco da equilibristi: se in Lombardia dipietristi, democratici e Sel sgomitano per chiedere le dimissioni del governatore Roberto Formigoni (da ieri indagato per corruzione senza, però, che i pm di Milano siano riusciti effettivamente a trovare l'atto corruttivo), in Emilia Romagna e in Puglia il centrosinistra fa lo gnorri. Non una parola sul governatore Nichi Vendola per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta sulla sanità locale. Non una parola nemmeno sul presidente Vasco Errani, anche lui nei guai per quel milione dato alla coop del fratello.

Ma andiamo con ordine. E partiamo dalla cronaca. Martedì pomeriggio la procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per Vendola, e per "lady Asl" Lea Cosentino. Entrambi sono accusati di "concorso in abuso di ufficio" in relazione al concorso da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli. Ieri, invece, è toccato a Formigoni: dopo settimane di sotterfugi, spifferate ai quotidiani e mezze verità la procura di Milano ha informato il governatore lombardo di essere indagato per corruzione aggravata nell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri. Oggi, invece, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per falso ideologico a carico di Errani nell’inchiesta sul finanziamento di un milione a "Terremerse", cooperativa presieduta dal fratello Giovanni. Premettendo che le indagini su Vendola ed Errani sono arrivate in una fase molto più avanzata rispetto a quella di Formigoni, nessuno dei tre governatori è mai stato condannato. Eppure il centrosinistra si è subito scatenato per chiedere le immediate dimissioni del presidente della Regione Lombardia.

"Su Formigoni c’è un particolare accanimento, lui ha reagito con fermezza e sono certo che potrà difendere le sue ragioni", ha commentato il presidente del Pdl al Senato Maurizio Gasparri rilevando "parametri di giudizio diversi rispetto a Errani per il quale c’è una richiesta di rinvio a giudizio e Vendola, le cui vicende sulla sanità sono di grande evidenza". E il doppiopesismo si trasforma in una bomba a orologeria per la stessa sinistra che, in tempi non sospetti, non aveva nemmeno alzato la voce con Filippo Penati, indagato per corruzione e concussione proprio quando era a capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani. Lo stesso Formigoni lo ha fatto notare, ieri in conferenza stampa, facendo il parallelismo tra la sua situazione e quella del governatore pugliese. "Formigoni si aggrappa a me, ma nonostante questo scivola sempre più in fondo...", ha replicato Vendola. A stretto giro, il tweet del presidente lombardo: "Caro Nichi, ti auguro di uscirne ma a processo ci sei tu. Certo tu godi diprotezioni e amnistie che ben conosciamo". Non solo. Formigoni "stana" anche il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ricordandogli la posizione del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, anche lui a processo.

"Perché non ne parli?", lo ha incalzato Formigoni che non si è fatgto mancare nemmeno un appunto diretto al direttore del tg de La7, Enrico Mentana: "Sono convinto che si occuperà dei casi Vendola edErrani rinviati a giudizio e solo per pochi istanti del mio avviso digaranzia".

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