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La solita Germania a gamba tesa sull'Italia

Scontro sul rigore. Il presidente della Bundesbank ironizza su Renzi: "Ci dice cosa fare". Napolitano: "Sui conti possiamo sfidare qualsiasi paragone"

La solita Germania a gamba tesa sull'Italia

È la solita Germania: pronta a puntare il dito e a salire in cattedra per bacchettare l'Italia. "Le riforme non devono essere solo annunciate ma anche realizzate", ha tuonato il presidente della Bundesbank Jens Weidmann a Berlino, intervenendo a un convegno del consiglio economico della Cdu. "Il premier italiano Matteo Renzi dice che la fotografia dell’Europa è il volto della noia e ci dice cosa dobbiamo fare", ha spiegato Weidmann. Che poi ha avvertito che "i tassi sui titoli di Stato italiani e spagnoli non sono mai stati così bassi".

Anche il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha mandato un messaggio esplicito al premier italiano: "Rifiuto il tema della flessibilità. Abbiamo bisogno di crescita questo sì, e di investimenti". Il tutto unito alle dichiarazioni di ieri del nuovo capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber (Cdu): "I debiti non creano futuro, lo distruggono, dobbiamo continuare sulla linea del rigore".

La risposta di Palazzo Chigi non si è fatta attendere: "Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato paese. Sicuramente, ha sbagliato governo". A difendere il presidente del Consiglio ci ha pensato anche il capo dello Stato. "Siamo pienamente consapevoli della necessità di una ulteriore esplicazione dei nostri impegni per il risanamento finanziario e per la riduzione del nostro stock di debito pubblico e il premier Matteo Renzi è stato molto netto nel riaffermare questo impegno, questo dovere per l’Italia", ha sottolineato Giorgio Napolitano al Presidente Barroso e alla Commissione europea salita al Quirinale per l’avvio del semestre italiano di presidenza Ue.

Tuttavia, ha aggiunto Napolitano; "bisogna dire che abbiamo fatto molto: l’aggiustamento della finanza pubblica che c’è stato in Italia negli ultimi anni può sfidare qualsiasi termine di paragone".

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