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Il sondaggista di sinistra si prende pure il Corriere

La Ipsos di Pagnoncelli, consulente di Ballarò, occupa il posto di Mannheimer fatto sostituire dal Cdr di via Solferino per i suoi guai col fisco 

Il sondaggista di sinistra  si prende pure il Corriere

Mors tua vita mea anche nella giungla degli istituti di sondaggi, pochi colossi che si spartiscono una torta ghiotta e clienti mai sazi di stime, proiezioni, gradimenti, chi vince e chi perde. Nando Pagnoncelli, «Mister Cartello» di Ballarò, aggiunge anche il Corriere della Sera al suo ricco portafoglio di clienti, una rubrica settimanale che asfalta quella storica di Renato Mannheimer, sondaggista di riferimento a via Solferino da un decennio. Mannheimer è stato «licenziato» per via dei suoi guai fiscali: il presidente di Ispo è indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere finalizzata a una frode fiscale da 7 milioni di euro. Mannheimer nel frattempo ha trovato ospitalità sul Foglio, ma non nasconde l'amarezza per l'addio forzato. «Il Corriere ha ritenuto opportuno sostituirmi, mi rendo conto della loro motivazione tuttavia nessuno ha messo in dubbio i miei sondaggi, e io scrivevo di sondaggi non di fisco» spiega il professore, che si dice pronto a restituire al fisco tutte le somme. «Mi sono trovato imbrigliato in una vicenda di cui non sapevo tutto.... Vabbè, sono contento che il Corriere mi abbia sostituito con un collega bravo come Pagnoncelli».

Anche senza questo nuovo colpo Pagnoncelli e la sua Ipsos, controllata italiana della parigina Ipsos Sa, guiderebbe una corazzata che supera tutti gli altri per giro di affari, con clienti come Rai, Istat, e multinazionali da Nestlè a Colgate. Più di 34,6 milioni di euro nel 2011, riporta Lanotiziagiornale.it, a cui si aggiungono 15milioni di euro di Ipsos Operations. Pagnoncelli è diventato un volto familiare con lo spazio fisso a Ballarò, sondaggi spesso contestati dagli ospiti di centrodestra. Paolo Romani di fronte a un «cartello» che - nel 2011 - dava il Pd primo partito quattro punti davanti al Pdl disse che erano sondaggi fatti «a casa sua» (e Floris difese il suo sondaggista: «fatti a casa sua ma bene»), Gasparri si scontrò in diretta sul gradimento del governo, e lo stesso Berlusconi ha accusato Pagnoncelli di fare sondaggi sempre «restrittivi» verso il centrodestra. Più di larga manica, invece, verso i partitini nati da scissioni anti Cav, dal Fli di Fini a Ncd, dato addirittura al 6,4%, cosa che ha fatto esultare Alfano: «È ormai consolidato che siamo la quarta forza politica nel Paese».

Ma il capo di Ipsos non è stato attaccato solo dal centrodestra, accusato di far pendere a sinistra le sue stime. Furente con lui fu anche Boselli, segretario del Psi già componente della maggioranza Prodi. «Considero indecente che Pagnoncelli, consulente del Pd di Veltroni, sia anche l'unico fornitore di sondaggi a Ballarò, e che nessuno dica agli ascoltatori per chi lavora» tuonò il socialista Boselli nel 2008. Le cronache di qualche settimana prima raccontavano di un Pagnoncelli che usciva dal loft del Pd, per fare il punto con Veltroni: «Il Pd è un partito nuovo, moderato, giovane che rompe un vecchio equilibrio e ha la possibilità di muovere flussi elettorali» spiegava il presidente di Ipsos. Meno gradito, fuori dall'area centrosinistra, del decaduto Mannheimer. A chiedere il suo allontamento è stato il Cdr, il comitato di redazione del Corriere che a giugno ha scritto al direttore De Bortoli: «Siamo anche noi naturalmente garantisti, ma la normale attesa del completamento dell'iter giudiziario ci sembra purtroppo superata dal fatto che il Corriere risulta direttamente coinvolto - a sua insaputa - nella vicenda», perché come gli altri clienti pagava Mannheimer attraverso società legate al (presunto) incastro costruito per eludere le tasse.

Ma c'è ancora speranza per il sondaggista, ex giovane maoista di Servire il popolo: «Quando Mannheimer avrà potuto dimostrare la sua estraneità a tutta la vicenda - continua la nota del Cdr -, potrà riprendere tranquillamente a collaborare con il Corriere».

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