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"Sono arrivato da Gaza perché a noi cristiani servono le preghiere"

Bolos, 15enne palestinese, a Betlemme per chiedere al Papa di pregare per chi vive nella Striscia di Gaza

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Dovevano arrivare in seicento e invece sono riusciti a raggiungere Betlemme solamente in 24: sono i cristiani della Striscia di Gaza, giunti nel luogo della Natività per partecipare alla messa con Papa Francesco, tra non poche difficoltà di permessi e controlli al check point. Tra questi c'è anche Bolos Swelem, 15 anni, palestinese cristiano. «È la prima volta che vengo a Betlemme – ci racconta con un pizzico di emozione – sono arrivato da Gaza solamente per vedere il Papa e chiedergli di pregare per noi cristiani della Striscia. Viviamo in una condizione difficile e non abbiamo la libertà di muoverci. Per arrivare fin qua ho avuto non poche difficoltà, tra controlli e permessi». La speranza di Bolos è che le parole di Bergoglio risveglino le coscienze dei governanti dei due Stati. «Mi auguro che la visita di Francesco inizi un processo di pace lungo e duraturo. A Dio piacendo, sarà così. Il Papa ha dimostrato in più occasioni di essere messaggero di pace». Sventola la bandiera palestinese e saluta il Pontefice argentino sbracciandosi più volte. Come a voler quasi afferrare il Papa e dirgli: «Ci sono anche io, prega per noi cristiani di Gaza». Per il futuro, Bolos sogna una vita come tutti i suoi coetanei.

«Vorrei vivere come tutti i ragazzi di 15 anni, con dei progetti di una famiglia, con un lavoro che mi permetta di viaggiare, con la libertà di professare la mia fede».

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