Cronache

Ancora uno sbarco in Calabria

Sono siriani, afghani e iraniani: "Siamo stati sette giorni senza cibo"

Sette giorni senza toccare cibo. È quanto ha raccontato uno dei 44 migranti, tra cui anche una donna con un bambino in tenera età, soccorsi ieri mattina sulla spiaggia di Cala Janculla nei pressi di Palmi. L'uomo che ha raccontato il dramma è in precarie condizioni di salute ed è stato ricoverato in uno degli ospedali della zona. I profughi arrivati in Calabria sono di nazionalità siriana, afghana e iraniana e tutti giovani, tra i 15 e 24 anni. Quando è giunta sul posto la motovedetta della Capitaneria di porto di Gioia Tauro che ha ricevuto una segnalazione, 39 di loro si trovavano sulla spiaggia dove avrebbero trascorso la notte, mentre cinque erano su un costone dove tentavano di allontanarsi. Secondo i loro primi racconti, i profughi sono stati imbarcati su una nave mercantile nel porto di Izmir, in Turchia, e poi caricati su tre scialuppe e fatti sbarcare ieri l'altro alle 22 nella spiaggetta vicino Palmi. L'equipaggio della nave mercantile che li ha caricati, e che sembra abbia adesso anche cambiato bandiera, sarebbe composto anche da marinai russi, uno dei quali avrebbe persino picchiato alcuni migranti. I profughi sono stati condotti in pullman nel centro di accoglienza San Francesco, a Palmi.

Franco Corbelli, del Movimento Diritti Civili, ha rivolto intanto un appello a tutti i sindaci della Calabria per realizzare nella regione un cimitero per i migranti senza volto e senza nome morti durante gli sbarchi per dare una degna sepoltura a tanti che hanno perso la vita nei viaggi della speranza.

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