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Il sottosegretario, specie eterna sempre a caccia della poltrona

La corsa alle deleghe è il rito antico che si ripete uguale dall'inizio della Repubblica E dopo il giuramento si barricano tutti nei dicasteri per organizzare centri di potere

Il sottosegretario, specie eterna sempre a caccia della poltrona

È quasi primavera. I sottosegretari cominciano a fare il nido, con il noto rito del giuramento, sorvegliato dal Wwf. I sottosegretari sono infatti una specie protetta, benché non siano affatto in via di estinzione. Semmai, si è notato il fenomeno dell'antropofagia fra sottosegretari per contendersi la preda proteica di cui vanno ghiotti, nota con il nome di deleghe. La conquista di deleghe forti e importanti equivale a ciò che negli altri mammiferi è la conquista della femmina da fecondare, dopo aver compiuto una serie di danze e vanterie propiziatorie. I sottosegretari compiono danze e manifestano vanterie propiziatorie al loro luogo d'origine, detto «corrente» e che non ha nulla a che fare con i torrenti o con lo streaming, che anzi temono moltissimo, come temono la luce piena e l'aglio. Seducendo la corrente e il suo capo, detto nel loro linguaggio «area di riferimento», essi ottengono le deleghe che sono la ragione della loro vita. Grazie alle deleghe possono tornare sui territori d'origine e fare la ruota davanti alla pletora dei loro paesani che hanno compiuto il rito, ormai caduto in disuso, del voto. Per la cerimonia detta «del giuramento», i sottosegretari compiono un interessante volo migratorio verso Palazzo Chigi. Per questa cerimonia i sottosegretari indossano una speciale livrea detta «completo di grisaglia», o completo blu, ma rigorosamente senza il doppiopetto, senza gemelli, con cravatta banale, o scialba, essendo i doppipetto, i gemelli e le cravatte di qualità riservati ai guardiani dei sottosegretari, detti ministri della Repubblica. Anche a costoro compete il titolo linneiano di «sottosegretari di Stato», ma è un antico modo di classificare le specie. Perché i sottosegretari sono riconoscibili per le mani in tasca, la cravatta da tranviere, un completo grigio ferroviario, la marca scadente di gomma da masticare. Le sottosegretarie femmine possono invece vestirsi in modo sgarzolino, ovvero disinibito e vivace, spesso a invidiosa imitazione delle ministre, e dunque con colori normalmente puniti dalla legge come gli azzurri per serial killer, le gonnacce smandrippate al ginocchio con fuseaux invitanti alla riproduzione. Tuttavia molte sottosegretarie vestono in toni dimessi, ma hanno l'occhio vispo come i loro colleghi maschi, interessate al mangime della delega che consente di allestire il loro nido nelle antiche grotte dette «ministeri», in cui si incuneano barricandosi grazie alle speciali ghiandole che li rendono invisibili ma attivi.

Con la decadenza dei costumi che il Wwf ha registrato negli ultimi due anni, non è infrequente osservare sottosegretari che si ficcano il dito nel naso o che giocano col telefonino durante la cerimonia a Palazzo Chigi dove sono attesi, all'entrata, da appositi guardacaccia che li scortano su per le scale, inviando scariche elettriche a quelli tendono a sbandare qua e là. Vengono poi radunati in un salone dove si dispongono naturalmente (è incredibile come la natura li abbia provveduti di un istinto naturale a compiere atti di per sé incomprensibili) su due o più file per la photo-opportunity. Dopo di che, le selvagge creature vengono sospinte una a una a compiere riti misterici che hanno come oggetto una penna e un registro. Essi tracciano con una delle loro stesse sgargianti penne dei segni che riproducono il loro Dna, detti «firme». Appaiono contenti e starnazzano fra loro, spiati da osservatori del Wwf detti giornalisti. Mentre festeggiano portando alla bocca manicaretti e borchie d'ottone sottratte alla mobilia, confrontano fra loro l'importanza delle deleghe ricevute e si scambiano festose maledizioni. Secondo un sondaggio di varie agenzie animaliste, essi sono sostanzialmente inutili all'ecosistema civile, ma indispensabili alla politica perché queste creature si scambiano doni di scambio con le creature dei cosiddetti territori. Il loro uso delle deleghe ministeriali è vario e in taluni casi può essere d'aiuto anche ai ministri. Ma la maggior parte di loro tende a compiere riti simili al voodoo per procurare la disgrazia del ministro che le nutre, allo scopo di prenderne il posto. Si sono dati casi in cui tali disegni si sono realizzati. Sono soggetti a mutazioni e per alcuni si sospetta che si tratti di Ogm particolarmente resistenti al comune senso del pudore.

Terminato il mesto rito, esse creature sciamano laboriose ai ministeri dove organizzano piccoli ma micidiali centri di potere da cui è difficilissimo scrostarli.

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