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Spending review, si tratta: nel mirino gli enti locali E il conto sale a 10 miliardi

Sale il conto della manovra che verrà approvata dal Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. La sforbiciata sarà di 10 miliardi e non 6-7

Spending review, si tratta: nel mirino gli enti locali E il conto sale a 10 miliardi

Ancora qualche giorno e il decreto legge sulla spending review dovrebbe essere finalmente varato dal Consiglio dei ministri. Il dossier è però al momento "congelato" in attesa dell'esito del vertice europeo: sarà il presidente del Consiglio Mario Monti infatti a riaprirlo non appena tornerà a Roma. Già domenica prossima il Professore potrebbe convocare a Palazzo Chigi una riunione con i ministri.

In attesa di avere dati certi sul gettito della prima tranche dell’Imu, i tecnici non avrebbero ancora definito con certezza quale strada percorrere, vale a dire se varare un decreto legge light, che oscilli fra i 5 e i 7 miliardi nel 2012 e fra i 10 e i 12 miliardi nel 2013 e che serva a evitare l’aumento dell’Iva e a reperire risorse per l’emergenza terremoto, oppure dare il via libera a un decreto più corposo e anticipare alcune misure della legge di stabilità avviando un’operazione di manutenzione dei conti. Scelta che potrebbe rispondere alle esigenze di un mutato quadro macroenomico e alla necessità di non farsi sfuggire il pareggio di bilancio l’anno prossimo.

Secondo fonti governive, l'opzione potrebbe essere di difficile attuazione in parte a causa del calendario dei lavori parlamentari, che non renderebbe agile l’esame di un provvedimento troppo corposo, e in parte a causa delle tensioni all’interno della maggioranza che rischierebbero di ripercuotersi sull’esame del testo. Proprio per questo, l’orientamento prevalente sarebbe di procedere passo dopo passo, varando subito un pacchetto light e riservando per la fine dell’estate la mossa più pesante. Qualora si scegliesse questa ipotesi vi sarebbe comunque ancora da sciogliere il nodo degli strumenti da utilizzare per mettere in campo i risparmi stimati dai tecnici di Monti. Anche in questo caso vi sarebbero due fronti: uno preferirebbe fare leva solo sui tagli alla spesa del supercommissario Enrico Bondi, l’altro non esclude l’opzione dei tagli lineari.

Scelta che vede numerosi ministeri contrari, a partire dalla Sanità, che rischierebbe così di dover intervenire sul fronte delle prestazioni.

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