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Stamina, altre accuse ai test: dosi adatte ai topi, non all'uomo

RomaNessun test, nessuna analisi sarà possibile sulle staminali impiegate a Brescia. Il preparato secondo il Metodo Stamina di Davide Vannoni che viene inoculato nei pazienti presso gli ospedali Civili di Brescia non può uscire da quella struttura. Una decisione che non mancherà di suscitare nuove feroci polemiche in questa tormentata vicenda. Il materiale impiegato nelle infusioni non può uscire dalla struttura di Brescia perché è sottoposto a due diversi provvedimenti che ne vietano il trasporto. Il primo è l'ordinanza dell'Aifa, l'Agenzia italiana del Farmaco, del maggio 2012 che imponeva oltre alla chiusura dei laboratori il divieto assoluto di trasportare le cellule. Il secondo ostacolo è rappresentato dall'inchiesta della Procura di Torino che vede Vannoni ed altri suoi collaboratori indagati per truffa e associazione a delinquere. Anche il preparato dunque è oggetto dell'inchiesta in corso.
Le richieste di tutti i ricercatori, scienziati italiani e stranieri, che si sono detti disposti a verificare con test di laboratorio il contenuto di quelle infusioni quindi sono respinte. L'Aifa ribadisce la validità dell'ordinanza e la direzione sanitaria di Brescia fa sapere che si atterrà a quanto richiesto dalle autorità sanitarie. «In relazione alla richiesta ricevuta dal Diabete Research Institute di Miami diretto dal dottor Camillo Ricordi ed altre analoghe richieste l'azienda precisa di non potrà autonomamente decidere in materia e pertanto di aver investito della questione le competenti superiori autorità sanitarie e che si uniformerà alle determinazioni che le stesse riterranno di adottare» scrivono in una nota i responsabili dell'ospedale.
Da settimane infuria la polemica sui test che Ricordi si era detto disponibile ad effettuare a Miami, mentre ora si chiarisce che non esiste la possibilità che quel preparato esca da Brescia. Dunque cadranno nel vuoto anche le richieste avanzate dal professor Michele De Luca dell'Università di Modena, del professor Paolo Bianco della Sapienza di Roma e di Umberto Galderisi della Seconda Università di Napoli. E Vannoni di fronte al no dell'Aifa già grida alla «caccia alle streghe».
Intanto escono nuovi particolari sui rilievi avanzati dal Comitato Scientifico del ministero della Salute che ha bocciato la sperimentazione del Metodo ma che poi è stato a sua volta bocciato dal Tar del Lazio perché giudicato non imparziale. Nella relazione consegnata alla fine di agosto dagli esperti al ministro Beatrice Lorenzin, avrebbero evidenziato come nel protocollo presentato da Vannoni fosse indicata una quantità di cellule staminali mesenchimali «minima», ovvero quella normalmente usata nei trapianti sui topi e non sugli uomini. Accanto a questa vengono ribaditi sia la mancanza di prove di differenziazione cellulare sia i rischi già denunciati nelle settimane scorse: nessuna prevenzione da possibili infezioni.


Intanto oggi dovrebbe essere dato il via libera al nuovo Comitato Scientifico che sottoporrà ad una seconda valutazione il Metodo Stamina.

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