Cronache

Storia di un'amicizia: nuova fiction su Karol

In tv Il 27 aprile su RaiunoI ricordi della sua guida alpina: «Mi chiamava l'apostolo della croce»

Storia di un'amicizia: nuova fiction su Karol

Mai nella storia della televisio­ne italiana alcun personaggio- passa­to o presente, reale o immaginario - è stato raccontato in tre diverse fiction. Padre Pio o Papa Giovanni (tanto per dare un’idea) sono arrivati al massi­mo finora ritenuto possibile: due. Un altro piccolo record, insomma, per Ka­rol Wojtyla. Nulla, in confronto agli in­numerevoli del Papa presto santo; ma certo indicativo dell'amore che anco­ra ne circonda il ricordo. E del suo po­tenziale appeal televisivo.

«Stavolta, però, invece della biografia, abbiamo preferito raccontarne la spiritualità più privata - racconta la direttrice di Raifiction , Tinni Andreatta - attraver­so la singolare amicizia tra il pontefice e la guida alpina che, in vent’anni di nascosta amicizia, lo accompagnò nelle sue escursioni sull’Adamello». Non avere paura - un’amicizia con Papa Wojtyla ( in onda proprio il gior­no della canonizzazione: domenica 27 su Raiuno, per la regia di Andrea Porporati) è infatti liberamente trat­to dal libro di Lino Zani, che nel 1984 si vide arrivare, nel rifugio alpino do­ve viveva con la famiglia, quattro pre­ti, fra cui il segretario del Papa, don Stanislao. «Ci chiesero l’incredibile: organizzare una vacanza per il Papa. Io li presi per pazzi: figurati se il Santo Padre viene fin quassù, pensai, a scia­re a tremila metri d’altezza!». E inve­ce venne. E non da solo: «Incredibile nell’incredibile:arrivò assieme al pre­sidente Pertini. Che, detto per inciso, gli rovinò la vacanza, non riuscendo a mantenere il segreto».

Il senso del rapporto fra il Pontefice e la guida, nonché della fiction stessa (che nei panni di Giovanni Paolo II ve­de Aleksei Guskov, già visto nel film Il concerto , e Giorgio Pasotti in quelli di Zani) sta tutta nel dialogo che, a ricor­darlo, ancor oggi commuove «l’apo­stolo della croce»: «Lui mi chiamava così. Avevo infatti la passione di scala­re le vette più alte. E ogni volta lui mi dava una croce da porre sulla cima. “Ma cosa ti spinge ad andare così in al­to?” mi chiese un giorno. “Ogni me­tro che faccio - gli risposi - ho una vi­sione più chiara del mondo”. “ Ma per quanto tu salga - replicò lui - arrivato in cima potrai solo scendere”. Come a dire: bisogna anche saper tornare al­la vita comune. Che poi è la vita vera».

Così il tema vero di questa «amici­zia fra montanari» (come la definisce Zani) è la ricerca della Fede stessa: «Che ognuno di noi cerca, e raggiun­ge- considera la guida- in modo diver­so ». La sua emozione ha toccato il massimo quando ha parlato con Pa­pa Francesco: «Il quale è interessatis­simo a vedere la fiction . Se non ce la fa­cesse - il 27 sarà per lui una giornata massacrante - gli manderemo un dvd».Terrorizzato all’idea d'incarna­re Wojtyla, invece, si diceva il russo Guskov (doppiato in modo fin troppo simile ad un'imitazione): «Se quan­do mi hanno proposto d'interpretar­lo fosse stato già canonizzato, avrei ri­fiutato - confessa, senza giri di parole -. È impossibile interpretare un san­to. Bisogna soddisfare tutte assieme le aspettative di quei miliardi di perso­ne cui è rimasto nel cuore.

Una fol­lia ».

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