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Strade, ospedali, palazzetti: ecco le "incompiute" d'Italia

I lavori per la Salerno-Reggio Calabria durano dall'80, Bra attende il policlinico da 18 anni. E il costo della città dello sport di Tor Vergata si è decuplicato negli anni

Automobili incolonnate sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria
Automobili incolonnate sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria

Non solo Mose. Il Cantiere Italia è pieno di grandi opere infinite, che sforano tempi e budget favorendo chi si accomoda alla mangiatoia dell'appalto gonfiato. Ecco la mappa dei lavori più a rischio.

Mose

È l'ultima pietra dello scandalo, il sistema di dighe mobili per proteggere Venezia dall'acqua alta quando la marea è oltre i 110 cm, circostanza che si verifica dalle 3 alle 5 volte l'anno per quattro o cinque ore. Insomma, una maxiopera destinata a funzionare una ventina di ore all'anno. I lavori, iniziati nel gennaio 2004, avrebbero dovuto finire nel prossimo dicembre 2014 ma ora si parla di fine 2016. Intanto i 3,44 miliardi iniziali sono diventati 5,49. E ora si capisce anche perché.

Salerno-Reggio Calabria

È la madre di tutte le opere infinite, l'autostrada della vergogna. Un'arteria di 443 km che attraversa tre regioni e di fatto è in costruzione da mezzo secolo. Nata già vecchia nel 1972 è in perenne adeguamento. I lavori, garantì il ministro Corrado Passera nel 2012, sarebbero stati ultimati a fine 2013. Macché. Attualmente sono stati completati circa 330 km, mentre 89 sono ancora da cantierizzare. L'ultima cifra ufficiale parla di una spesa totale di 10,5 miliardi, dei quali 3,1 da trovare. Il tutto tra scandali infiniti, appetiti della 'ndrangheta e operai morti.

Metro C di Roma

Altro miraggio. La terza linea sotterranea di Roma dal quartiere Delle Vittorie all'estrema periferia Est (25,6 km e 30 stazioni), ha una storia travagliata che parte con i primi progetti preliminari di vent'anni fa e accelera a inizio millennio, quando il Cipe la inserisce tra le opere strategiche della legge obiettivo. Il bando di gara è del 2005, nel 2007 tutti i cantieri erano in funzione. Poi ci si è persi tra stop, ritrovamenti archeologici e cambi di percorso. E l'obiettivo di salire a bordo nel 2013 è fallito, ora si punta tutto sul 2018.

Tav

Un focolaio di proteste e polemiche a non finire. Si tratta dell'ammodernamento della ferrovia storica Torino-Lione, deciso nel 2001 dai governi di Francia e Italia: un'opera di 235 km il cui nucleo fondamentale è un supertunnel di 57 km tra Val di Susa e Maurienne. Tempi incerti e costi altissimi. Le polemiche hanno insabbiato anche il passante Tav di Firenze, un maxitunnel ferroviario che dovrebbe bypassare il capoluogo toscano. Tutto fermo.
Porto di Civitavecchia L'adeguamento del più grande porto crocieristico italiano attualmente vede due lotti cantierizzati, per un costo totale di 200 milioni. Il Cipe lo ha approvato dieci anni fa, la conclusione è prevista nel giugno 2016.

Altre strade

Nel Lazio si sta mettendo mano al corridoio tirrenico, nel Far West stradale tra Roma e la provincia di Latina. Tre i cantieri approvati dal Cipe: le assi autostradali Roma-Latina, Cisterna-Valmontone e Fiumicino- Tor de' Cenci. Importo previsto 2,73 miliardi, conclusione dei lavori sperato a fine 2018. In Liguria, oltre alla leggendaria ma mai iniziata Gronda di Genova (l'ammodernamento del nodo autostradale del capoluogo ligure costituito da tre opere principali), si lavora al Terzo valico dei Giovi: 53 km di cui 39 in galleria, due lotti per un costo di 1,82 miliardi e fine lavori prevista nel 2018. Infine in Lombardia sembra vicina al traguardo l'odissea della BreBeMi, l'autostrada Brescia-Bergamo-Milano: 62,1 km che dovrebbero essere inaugurati il 22 luglio e alla fine saranno costati 1,61 miliardi, il doppio del previsto.

Ci sono poi due casi esemplari. L'Ospedale di Alba-Bra a Verduno, un lugubre ecomostro su una friabile collina langhigiana incompleto 18 anni dopo i primi stanziamenti della Regione Piemonte. E la Cittadella dello Sport di Tor Vergata a Roma, vanto veltroniano con la firma dell'archistar Santiago Calatrava: doveva ospitare i Mondiali di nuoto del 2009, cinque anni dopo è ancora un cantiere.

Molto costoso: i 60 milioni inizialmente previsti si sono moltiplicati per undici.

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