Economia

Redditometro poco redditizio: tanto rumore per 800 milioni

Uno strumento fastidioso per gli onesti, che colpirà solo (pochi) falsi poveri

Il redditometro è un nuovo tormento fiscale che però non colpirà i contribuenti onesti. Il vero problema è che non sarà neppure la bacchetta magica per recuperare l'evasione. Lo spiega Giuseppe Bertolussi segretario della Cgia di Mestre dopo che, puntualmente, l'ufficio studi dell'associazione degli artigiani ha ricostruito il reddito presunto dal fisco e quello minimo dichiarabile da alcune delle principali tipologie familiari, sotto il quale il contribuente è potenzialmente accertabile. L'analisi prende in considerazione 5 tipologie di famiglie e mette a confronto il reddito presunto dal fisco sulla base delle spese medie Istat, la vecchia soglia di reddito dichiarato con lo scostamento del 20% rispetto a quello presunto e poi la nuova soglia di reddito con l'applicazione della franchigia di 12mila euro.
Gli esempi degli artigiani di Mestre riguardano diverse tipologie familiari e mostrano diverse soglie al di sotto delle quali molto probabilmente si finirà sotto la lente delle Entrate. Si va dai 7.642 di una coppia senza figli che lavora al Nord (si scende a 2.300 euro al Sud) ai 10.097 euro di una coppia con un figlio al Nord Est (12.647 euro con due figli e 12.827 con tre). Una coppia di anziani ha una soglia di 4.184 euro al Nordest mentre non incorrerà in nessun problema al Sud. Insomma per avere problemi con il redditometro devi praticamente fingere di non avere davvero nulla e, invece, andare a far la spesa e pagare le bollette di casa. Non bisogna dimenticare che l'Italia è un paese dove il 90% dei contribuenti si addensa nelle classi di reddito fino a 30 mila euro. Questo perchè nella maggior parte dei casi, curiosamente, chi ha un ristorante o un negozio di qualunque tipo (anche una oreficeria) guadagna meno di un operaio e solo alcune categorie di contribuenti, quelli che proprio non possono evadere, come ad esempio i notai, dichiarano redditi superiori ai 100 mila euro. Ma ben il 35% della popolazione, almeno secondo il modello 730, è davvero costretta alla fame se si pensa che dichiara redditi compresi tra 0 e 7.500 euro. Il risultato è che queste persone riescono non solo a non pagare le tasse ma ad avere anche una serie cospicua di esenzioni: dalla mensa scolastica, ai libri di testo, al ticket per le spese sanitarie.
«Di fronte a queste soglie di reddito minime - rileva Bortolussi - è chiaro che ad essere colpiti saranno solo i falsi poveri che facciatamente evade il fisco. Inoltre per il 2013 il gettito previsto dall'applicazione del redditometro sarà sugli 815 milioni, 715 attraverso l'autotassazione e gli altri 100 dall'attività accertativa, questo bottino peserà mediamente su ciascun contribuente quasi 20 euro, consentendo di recuperare lo 0,7% dell'evasione totale che è stimata attorno ai 115 miliardi all'anno».

E dunque con il redditometro il fisco recupererà solo le briciole.

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