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Su Indymedia esultano per il manager gambizzato

Indymedia si rallegrano per l'attentato contro Adinolfi e quello contro il consigliere comunale di Torino. La Cancellieri: "Per il caso Adinolfi si seguono tre piste"

Su Indymedia esultano  per il manager gambizzato

Su internet spunta un comunicato inquietante che riporta indietro le lancette della storia. I Gap (Gruppi armati proletari), una sigla che fa riferimento al mondo dell'eversione di matrice comunista, si rallegrano per due attentati: quello di lunedi scorso, contro Roberto Adinolfi, il manager dell'Ansaldo Nucleare gambizzato Genova, e quello contro il consigliere comunale di Torino, Alberto Musy, colpito il 21 marzo scorso. Il testo non è una vera e propria rivendicazione, ma esalta i due gravissimi episodi di violenza: un "commento politico" farneticante che è già all’attenzione degli inquirenti.

Il comunicato è comparso nella sezione Piemonte del portale Indymedia. E' stato pubblicato online lunedi scorso alle ore 18. Il titolo della rivendicazione è inquietante: "Contro la violenza dei padroni... violenza rivoluzionaria". Nel documento si fa esplicito riferimento al tentativo di organizzare un partito rivoluzionario. L'obiettivo declamato è la "difesa del proletariato" da attuare con le armi e la violenza.

"Non piangiamo - si legge - gli sfruttatori e i loro servi, anzi, ci rallegriamo che lor signori non si sentano più così tanto protetti come in questi ultimi tempi! Lavoriamo per l’organizzazione di un partito rivoluzionario che sappia anche orientare all’autodifesa del proletariato!".

La crisi economica e lo sfruttamento

"La borghesia imperialista - si legge testo - vuole fare pagare la crisi del proprio sistema alle masse popolari. I membri della borghesia, stretti nel vortice della crisi del sistema, rendono sempre più evidente il loro volto sfruttatore e sanguinario costringendo i membri delle classi delle masse popolari ad una esistenza di stenti e di patimenti, di lacrime e sangue, di carcerazioni e di morte. Lo scopo di queste angherie e di queste brutalità alle quali il proletariato dovrebbe soggiogare, è quello di mantenere il loro tenore di vita di vizi e di sfarzo, di opulenza e di ricchezza".

Contro i servi della politica

Sprezzante l'affondo contro le istituzioni democratiche e i loro rappresentanti: "Per fare questo (mantenere tenore di vita e i privilegi, ndr) i membri della borghesia utilizzano i loro scagnozzi della politica i quali determinano leggi infami per fare pagare la crisi ai ceti meno abbienti, proletari, operai, pensionati, sino a colpire anche i portatori di handicap. Per fare valere queste impostazioni e renderle operative, il pugno di ricchi sfondati parassiti, deve avvalersi dei propri servi della politica, dell’avvocatura, delle forze dell’ordine e della magistratura i quali hanno il compito di utilizzare tutte le regole del gioco dei padroni contro il popolo e in particolare contro tutti coloro che non hanno intenzione di abbassare la testa e si organizzano per combattere".

L'attacco al governo tecnico

Non manca un'analisi dell'attuale situazione politica, con un chiaro riferimento al governo Monti e all'appoggio bipartisan in parlamento: "La crisi economica produce anche crisi politica che in questi mesi, un così detto “governo tecnico”, appoggiato sia dalla sinistra che dalla destra istituzionale, sta cercando di affrontare con forzature che mai sarebbero riuscite ad una democrazia di carattere parlamentare come dovrebbe essere quella del nostro Paese. Un governo che nessuno ha votato e per l’instaurazione del quale i politicanti, sia di destra che di sinistra, non hanno domandato nessun parere alla loro base, ai loro iscritti e ai loro elettori".

La critica alla finta democrazia

"Non che in altre occasioni - si legge ancora nel comunicato - si svolgessero democratiche consultazioni popolari, (perché questa democrazia si è sempre basata sull’imbroglio ed il raggiro) ma almeno cercava, in una maniera o nell’altra, più o meno goffamente, di mantenere la sua facciata". "La crisi del sistema dei padroni, ha fatto in modo che cadesse anche questa maschera ed oggi chiunque può, senza rischiare di essere smentito, gridare alla dittatura e al fascismo".

Contro le forze dell'ordine

Si fa un esplicito riferimento anche ai servitori dello Stato chiamati a difendere l'ordine costituito. Vengono presi di mira e criticati, oggi più di ieri, perché "professionisti". "Poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e esercito (oggi di carattere professionale e quindi privo delle basilari motivazioni di classe che guidavano alcuni militari durante il periodo di “Naia”obbligatoria) si danno un gran da fare nelle piazze e nelle strade per tentare di soffocare il dissenso utilizzando quello che da sempre sanno adoperare meglio: la brutale violenza, l’intimidazione, il carcere e la tortura".

"Musy, difensore dei banchieri..."

"Mentre questi zelanti servi armati danno prova della loro fedeltà ai loro padroni, altri servi di adoperano per lo stesso scopo magari dai banchi di un tribunale del lavoro, come nel caso dell’assessore Musy (in realtà Musy è consigliere comunale, ndr) nonché avvocato consulente e difensore dei banchieri nelle vertenze di mobbing. Nella città della FIAT e delle vittime della Thyssen Krupp, un assessore dell'UDC, avvocato difensore degli intrallazzatori e degli speculatori, è stato preso di mira e colpito da 6 colpi di revolver. Da più parti della politica e degli organi inquirenti ci si stracciava le vesti per evitare che questo atto di giustizia (al di la di chi lo avrebbe commesso) fosse attribuito ad organizzazioni politiche rivoluzionarie perché questo avrebbe potuto fare scattare gesti emulativi o rinnovata fiducia nella possibilità che la lotta armata contro i parassiti potesse riprendere".

L'attaco ai giornalisti

"Tenere nascosta la vera attività di Musy - si legge su Indymedia - è stato il giochetto dei cani da guardia della borghesia. Un giochetto che però, malgrado non ci siano state rivendicazioni da parte di gruppi rivoluzionari, ha le gambe cortissime, soprattutto se a farlo sono gli stessi che, ad ogni piè sospinto, utilizzano la parola terrorismo per denigrare i movimenti operai o popolari che lottano duramente contro lo sfruttamento e le speculazioni".

La gambizzazione di Adinolfi a Genova

La parte finale del documento fa riferimento all'ultimo attentato terroristico: "Oggi 7 maggio 2012, un altro infame rappresentante del capitalismo è stato gambizzato a Genova! La violenza che un pugno di parassiti perpetua contro la classe operaia e le masse popolari inizia a riversarsi contro chi di questa violenza ne ha fatto la sua arma di difesa e di controrivoluzione preventiva".

"Ma ai padroni verrà tolto il monopolio della violenza che si trasformerà in giustizia proletaria ai fini della rivoluzione. Non piangiamo quindi gli sfruttatori e i loro servi, anzi, ci rallegriamo che lor signori non si sentano più così tanto protetti come in questi ultimi tempi! Lavoriamo per l’organizzazione di un partito rivoluzionario che sappia anche orientare all’autodifesa del proletariato!". Il testo si chiude con quella firma inquietante, Gap, su cui gli inquirenti stanno indagando. Gli investigatori non parlano di rivendicazione. Resta il fatto che qualcuno sta cercando di mestare nel torbido cavalcando il malcontento sociale. Un disegno criminale da non sottovalutare. 

Le indagini degli inquirenti

"Stiamo valutando il contenuto del comunicato dei Gap pubblicato su Indymedia", ha detto il procuratore aggiunto di Genova Nicola Piacente. La procura vuole prima di tutto appurare se la pubblicazione della nota sia avvenuta il 7 maggio oppure solo nelle ultime ore. La procura sta acquisendo due volantini firmati Br e inviati ad Ansaldo Energia nel 2010. Erano stati sequestrati tempo dalla Digos e successivamente archiviati. Oggi alcuni dettagli potrebbero risultare importanti per lo sviluppo delle indagini.

Il ministro Cancellieri: tre piste

La gambizzazione dell’ad di Ansaldo Nucleare "non è stata finora rivendicata e non risulta che la vittima abbia ricevuto minacce", ha detto alla Camera il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. Sul ferimento di Adinolfi "al momento, vengono valutate tre piste - dice la Cancellieri - quella vetero-brigatista, quella anarco-insurrezionalista, quella commerciale... Non sono mancati in passato episodi intimidatori ascrivibili a soggetti dell’area marxista-leninista, in cui ricorrono elementi di affinità ed analogia operativa con l’attentato di lunedì, ad esempio il ricorso a pallottole calibro 7.62 Tokarev". Per quanto riguarda la seconda pista, la responsabile del Viminale ha ricordato che "la tematica antinucleare ha sempre rivestito specifico interesse per i gruppi di matrice anarco-insurrezionalista".

"Quanto alla terza pista - ha concluso il ministro dell’Interno - si è accertato che l’Ansaldo Nucleare ha recentemente sviluppato la propria attività nell’area dell’Est europeo. In quest’ottica, non si può escludere che l’espansione commerciale della società sui nuovi mercati possa aver prodotto reazioni di natura violenta verso l’amministratore delegato.

Tale eventualità potrebbe trovare riscontro nell’uso della pistola Tokarev, diffusa negli ambienti criminali dell’Est Europa".

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