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Ma sull'ex ministro un brivido scuote Forza Italia

Segnali di imbarazzo nel partito. Romani: "Non possiamo far finta di nulla»Le reazioni Dopo l'assalto giudiziario"

Ma sull'ex ministro un brivido scuote Forza Italia

Roma - Che qualcosa non vada lo segnala Daniela Santanché, che legge «allibita alcune dichiarazioni di colleghi di partito che suonano, se ben comprendo, come una sorta di condanna preventiva nei confronti di Giancarlo Galan, com'è noto coinvolto nel caso Mose di Venezia» e si chiede «se a mia insaputa Forza Italia abbia cambiato posizione rispetto al garantismo che è stato uno dei valori non negoziabili del partito. Perché, se così fosse, la nuova ricetta giustizialista andrebbe applicata non solo a Galan, ma a chiunque di noi venga colpito o solo sfiorato dalla furia giudiziaria. E allora dico ai colleghi: cominciate a fare l'elenco».
Il fatto è che l'aria che tira in Forza Italia sulla bufera giudiziaria che ha investito l'ex ministro ed ex governatore del Veneto è strana. Le barricate del garantismo sono state, in questa vicenda molto friabili, le grancasse della difesa-fino-a-prova-contraria silenziatissime, i distinguo assai frequenti, il povero Galan ha ragione di sentirsi un po' scaricato. Perfino la nota ufficiale di difesa del partito, nel giorno della maxiretata Mose, lo scorso 4 giugno, arrivò in serata e con toni non certo da guerra santa: «Siamo certi che Giancarlo Galan saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono imputati», vi leggemmo.
In tanti dalle parti di piazza San Lorenzo in Lucina hanno esibito nella settimana trascorsa una solidarietà d'ufficio, quasi stanca. «Non possiamo certamente far finta di nulla. Il partito dovrà prendere provvedimenti», ha detto ai taccuini sguainati dei giornalisti Paolo Romani, capogruppo azzurro in Senato senza escludere le dimissioni di Galan da Montecitorio. Più esplicita l'eurodeputata Laura Comi l'altro ieri a La Gabbia su La7: «Non parlerei solo di caso Galan, sia per quanto riguarda Expo sia per quanto riguarda il Mose, perché non ha reso immune nessun partito e questa è la parte più drammatica. Da qui bisogna vedere le singole responsabilità. In questi casi chi è coinvolto dovrebbe dimettersi dal partito. Fossi in Galan avrei fatto un passo indietro».
Parole caute, espressioni di opinioni personale. Ma che colpiscono perché pronunciate da esponenti di un partito che ha sempre fatto del garantismo una sua bandiera non fatta sventolare solo alla bisogna ma anche quando a essere coinvolti in scandali giudiziari erano esponenti di altri partiti. L'europarlamentare Giovanni Toti non vede cambiamenti: «Restiamo un partito con un dna fondamentalmente garantista». Ma Santanché una mutazione genetica la intravede e mette in guardia tutti: «Sicuramente mi astengo da giudizi avventati prima di avere a disposizione un quadro completo degli elementi di accusa e di difesa. Il moralismo da rassegna stampa lasciamolo alla sinistra e rivendichiamo con orgoglio questa nostra diversità.

Mi auguro che Forza Italia non baratti questioni di libertà per inseguire il renzismo o il grillismo su un terreno immorale e ipocrita».

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