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Tasi, Squinzi stronca Renzi: "Sembra un'altra botta..."

Renzi continua a promettere un taglio netto delle tasse. Promessa che, col blitz sulla Tasi, non fa sperare niente di buono. Confindustria lo bacchetta: "Ora riduca l'Irap"

Tasi, Squinzi stronca Renzi: "Sembra un'altra botta..."

Nessuno vuole sbilanciarsi perché c'è il serio rischio di prendere una cantonata. Le promesse di Matteo Renzi affascinano ma niente garantisce che tutti i buoni propositi rimangano chiacchiere al vento. "Mi sembra che Renzi abbia potenza nel motore, auguriamoci che sia capace di scaricarla per terra", ha detto bene il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi nel corso di una conferenza per l’avvio del Micam, la fiera delle calzature. Il Jobs Act deve essere ancora presentato pubblicamente. Eppure dalle prime avvisaglie la politica economica del nuovo governo non sembra rompere col brutto vizio di tassare i cittadini avviato da Mario Monti e continuato da Enrico Letta. L'aumento della Tasi sono un inizio sbagliato. "Ho visto i numeri oggi, sembra un’altra botta - ha commentato il leader degli industriali - pare ancora una volta che si voglia aumentare il carico fiscale e recuperare risorse invece di ridurre i costi".

Se il buon giorno si vede dal mattino, Renzi ha sicuramente iniziato con un passo falso. La tassa sui servizi indivisibili, che ogni Comune potrà modulare a piacer suo con una flessibilità (al rialzo) fino allo 0,8 per mille, torna a turbare i sonni dei contribuenti. In assoluta continuità con Monti e Letta, anche il nuovo governo mette mano ai risparmi degli italiani. Dopo il via libera del consiglio dei ministri alla nuova imposta sulla casa che, per le prime abitazioni sostituirà l’Imu mentre per le seconde dovrà esserle sommata, c'è stata una vera e propria levata di scudi da parte delle associazioni di categorie. La Cgia di Mestre ha calcolato che per le imprese si profila una stangata di almeno un miliardo di euro. Per le abitazioni le previsioni restano complicate e incerte. L’Italia è il paese dai seimila campanili il rischio è di avere seimila modulazioni della Tasi. Le stime ipotizzate dal Sole 24Ore sono state fatte senza sapere ancora cosa in realtà decideranno di fare i Comuni. Comunque vada, il rischio stangata c’è. Secondo le simulazioni di Confedilizia un’abitazione standard a Milano con rendita catastale di 877,98 euro se prima casa vedrà la tassazione salire da 369 a 487 euro (+118 euro) a secondo se l’aliquota sarà al 2,5 per mille o al 3,3 per mille. La stessa abitazione data in affitto vedrà l’imposizione salirà in modo esponenziale passando da 1.564 euro a 1.682 euro. In questo caso l’inquilino pagherà dal 10 al 30% della sola Tasi quindi da 12 a circa 36 euro.

Di "tassa continua" sulla casa parla il presidente della commissione finanze della Camera Daniele Capezzone promettendo "opposizione netta". Renzi, però, continua a promettere un taglio netto della pressione fiscale. Promessa che, col blitz sulla Tasi, non fa sperare niente di buono. Secondo Squinzi il governo dovrebbe partire dall’Irap. "Darebbe un impatto più forte nell’immediato sulla competitività delle imprese e sul costo del lavoro", ha spiegato il numero uno di viale dell'Astronomia ricordando, però, a Renzi di saldare quei 71 miliardi di debiti della pubblica amministrazione. I consumi interni sono in calo anche a causa della crisi di liquidità delle imprese. Crisi che si riverbera sulle famiglie. Purtroppo l'aumento dell'imposta sulla Tasi è stata una doccia ghiacciata che ha svegliato gli italiani intontiti dagli slogan di Renzi.

Adesso non resta che attendere i contenuti del Jobs Act.

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