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Tenuta dei conti pubblici, scontro tra Bersani e Monti: buco o manovra in arrivo?

I conti pubblici sono a posto o Monti lascia un buco? Bersani all'attacco ("No a zone opache") perché sa qualcosa o perché si prepara a fare un'altra manovra?

Il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il presidente del Consiglio Mario Monti
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il presidente del Consiglio Mario Monti

Le tasse, non solo non le ha abbassate, ma le ha addirittura alzate. Il pil, non solo non è riuscito a invertire la tendenza negativa, ma ha addirittura contribuito a deprimerne la crescita. L'occupazione, infine, non solo non è riuscito a sostenerla attraversa un'imponente riforma del mercato del lavoro, ma ha addirittura assistito - impassivo - a un dilagare dei licenziamenti. I numeri sono nero su bianco. Su un punto, però, il premier Mario Monti non ha mai mollato: la tenuta dei conti pubblici. Un traguardo su cui il Professore sta puntando tutta la campagna elettorale. Da tempo, però, Pier Luigi Bersani ne mette in dubbio lo stato di Salute.

"Con un deficit di bilancio inferiore al 3% quest'anno e il pareggio strutturale nel prossimo, (che significa un surplus primario del 5%), le finanze pubbliche italiane sono sane". Lo scorso ottobre, intervenendo a Dubai a un incontro con il mondo imprenditoriale e finanziario degli Emirati Arabi Uniti e del Belpaese, Monti aveva evidenziato che "i mercati hanno iniziato a rendersene conto e gli investitori stanno tornando in Italia". In quel caso, il Professore si riferiva alla joint venture da due miliardi di euro tra il Fondo strategico italiano (Fsi) e la Qatar Holding: "Il nostro Paese presenta maggiori margini remunerativi grazie al suo potenziale di crescita sbloccato dopo oltre un decennio dalle riforme strutturali del governo, che per l'Ocse valgono 4 punti di pil in 10 anni". A non credere alle parole del presidente del Consiglio è in particolar modo Bersani che, da alcun giorni, va in giro a minacciare controlli sui conti pubblici. "Andremo a vedere la polvere sotto il tappeto", ha spiegato il leader piddì assicurando di sapere già "qualcosa" e citando gli ammortizzatori sociali che "non si possono tagliare perchè la gente deve mangiare" e il rifinanziamento delle missioni all'estero che sono prorogate solo fino a settembre. Così, tra una preoccupazione e l'altra, si è fatto strada lo spauracchio della manovra aggiuntiva - già quantificata intorno ai 7 miliardi di euro. "Se continua così è molto probabile una manovra correttiva in primavera - è il timore di Bersani - questi ci lasciano un buco di miliardi di euro da coprire". All'accusa di "nascondere la polvere sotto il tappeto", è seguita una telefonata "riparatoria" tra Bersani e Monti. Tutto a posto? Macché.

O Bersani sa davvero qualcosa o mette le mani avanti per preparare l'ennesima stangata. Anche oggi, infatti, il segretario piddì e il leader di "Scelta civica" si sono confrontati a distanza sul tema dei conti pubblici. Dal World Economic Forum il Professore ha, infatti, invitato Bersani a non mettere in dubbio la tenuta dei conti pubblici perché, "al di là della sua volontà, può risuonare sinistro sui mercati internazionali dando l’idea che ci siano cose nascoste nel bilancio pubblico". A stretto giro il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha dato man forte al premier assicurando che, negli ultimi tredici mesi, il governo ha agito "con rigore e attenzione, semmai con eccesso di prudenza, per garantire che i conti pubblici fossero sotto controllo e in pareggio".

Dichiarazioni che non hanno rassicurato affatto il candidato premier del centrosinistra che non solo ha ribadito l'intenzione di mettere sotto la lente d'ingrandimento il lavoro fatto dai tecnici, ma ha anche rispedito al mittente le minacce del Professore rinfacciandogli il fatto che "i mercati sanno leggere e scrivere".

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