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Il titolo si risolleva: più 11,3% Addio a sponsor e controllate

Monte Paschi si mette a dieta: la banca cederà alcuni «pezzi» non più strategici. La lista delle partecipazioni da vendere è pronta, ha assicurato l'amministratore delegato Fabrizio Viola, ma ieri l'assemblea dei soci è rimasta appesa ai problemi, al chiodo delle perdite subite sui contratti derivati nascosti per anni in cassaforte dalla precedente gestione.
Dopo sette ore di discussione l'assise ha comunque dato il via libera all'aumento di capitale da 4,5 miliardi indispensabile per il piano di risanamento imperniato sui Monti-bond, le obbligazioni garantite dal Tesoro con le tasse dei contribuenti. Al rilancio del Monte, crede anche la Borsa: il titolo ha chiuso la giornata con uno strappo dell'11,36% a 25 centesimi. È solo una parte di quanto Rocca Salimbeni aveva perso nei tre giorni precedenti (-21%), ma è un segno di inversione. Aiutato dai fondi speculativi, rapidi a ricomprare titoli Mps per «coprire» le posizioni: solo ieri sono passate di mano 1,5 miliardi di azioni, equivalenti al 12,4% di Mps. Consob è a caccia di eventuali raider: il quadro aggiornato si avrà lunedì, ma è certo che qualche giorno fa erano tre i fondi ad aver scommesso pesantemente al ribasso su Mps: Wellingthon (0,7% del capitale), Egerton e Odey per un altro 1,25%.
Il ritorno alla «normalità» è stata la nota delle parole di Viola e del presidente Alessandro Profumo: non ci sono altre casseforti da aprire a Rocca Salimbeni, ha detto l'ad sottolineando che l'inizio d'anno è stato «particolarmente positivo» per i conti. «Nessuna struttura interna della banca è ora opaca», ha aggiunto Profumo, ricordando l'avvenuto cambio «radicale» alla dirigenza. L'indagine sui derivati finirà a inizio febbraio e quindi ora non esiste una stima precisa delle perdite subite, per cui si parla di 750 milioni: si tratta - ha detto Viola - di pronti contro termine a lunga scadenza e quindi meno pericolosi dei derivati. La Fondazione Mps, a secco di liquidità proprio per il tentativo (fallito) di non perdere la presa sulla banca, ha già minacciato un'azione di responsabilità contro l'istituto: l'ente «è determinato» a intraprendere ogni strada, ha detto il presidente Gabriello Mancini. La strategia di Palazzo Sansedoni è stata però pesantemente cricata da Giuseppe Guzzetti: Siena «è l'unica ad avere uno statuto illegittimo, ha violato la Legge Ciampi», ha tuonato il presidente dell'Acri. La spending review di Mps prevede poi il taglio delle sponsorizzazioni a Siena Calcio (il contratto non sarà rinnovato) e basket. All'esplodere dello scandalo derivati, l'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari ha lasciato la guida dell'Abi. Al suo posto salirà quasi certamente Antonio Patuelli, capo della Cr Ravenna e vice presidente dell'Acri.

La prossima settimana la scelta.

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