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Tutti a caccia dei rimborsi elettorali

La nuova legge prevede l'erogazione del finanziamento pubblico solo se si elegge almento un deputato o un senatore. 91 milioni per i partiti

Tutti a caccia dei rimborsi elettorali

Caccia al rimborso. Il finanziamento pubblico dei partiti è una torta che fa gola a tutti. Nonostante sia stata dimezzata nel giorno di due anni: dai 182,4 milioni di euro del 2011 ai 91,4 milioni del 2013. Soldi a cui aspirano i partiti.

Soldi che verranno destinati alle liste che vedranno almeno un parlamentare eletto. Già, perché le regole sono cambiate. Se fino allo scorso luglio bastava ottenere l'1% dei voti per usufruire del boccone finanziario, adesso senza un parlamentare eletto non si mangia. Proprio per questo però i partiti che beneficeranno del denaro pubblico saranno pochi. Il tutto alla faccia del referendum che 20 anni fa abolì il finanziamento ai partiti.

E in barba ai controlli e alla trasparenza. Perché la nuova legge contempla l'istituzione di una Commissione ad hoc nella Camera dei Deputati. Commissione che sarà composta da cinque membri di cui uno nominato dalla Cassazione, tre dalla Corte dei Conti e uno dal Consiglio di Stato. Controllerà davvero? Al momento, di sicuro c'è solo la corsa al rimborso.

Specie per i partiti più piccoli che rischiano di rimanere a bocca asciutta: da Ingroia a Fini passando per Giannino.

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