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Ue, Berlino avverte Padoan: "Niente scappatoia ai doveri"

Padoan: "Drammatizzato il debito pubblico italiano". Ma il presidente dell'Eurogruppo: "Le promesse non bastano"

Ue, Berlino avverte Padoan: "Niente scappatoia ai doveri"

A poche ore dall'inizio dell'Eurogruppo, dove il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dovrà illustrare le linee guida del semestre europeo a guida italiana, la Germania torna a puntare i piedi. "Vogliamo fare di più per avere più investimenti e crescita - tuona il ministro dell'Economia Wolfgang Schaeuble - ma non deve essere una scappatoia o un pretesto per non fare quello che ci serve". Un avvertimento per Matteo Renzi che intende fare della flessibilità la chiave di volta per rilanciare l'Italia e, in seconda battuta, l'Unione europea.

Presentarsi in Europa non solo con i conti in ordine ma anche con la via delle riforme strutturali ben tracciata (per avere in cambio flessibilità). Con questo obiettivo il governo si appresta ad affrontare settimane di fuoco, non solo a Bruxelles. È infatti in parlamento che si vedrà quanto la spinta riformatrice di Matteo Renzi sarà davvero in grado di portare a casa risultati. E dalla riforma della pubblica amministrazione al fisco, al nodo del mercato del lavoro, sono molteplici i fronti aperti, primo fra tutti le riforme istituzionali. "Il problema del debito pubblico italiano è drammatizzato all’eccesso", spiega Padoan in un’intervista a Les Echos mettendo a punto gli obiettivi del semestre di presidenza italiana e chiarendo che l'Italia "non ha richieste particolari" sulla flessibilità dal momento che l'obiettivo è "avviare un passo collettivo". Un passo che, purtroppo, sembra trovare nuove reistenze in Germania. Ancora oggi Schaeuble, entrando alla riunione del ministri dell'Eurozona, ha sottolineato che "serve più crescita" senza però "cambiare il Patto" di stabilità. Una posizione antitetica rispetto a quella di Renzi e Padoan secondo cui finora la flessibilità già scritta nelle regole Ue "è stata usata con parsimonia" perché "è mancato un chiarimento su quale sia l’impatto delle riforme sulla crescita".

Padoan ostenta ottimismo su Twitter: "A Bruxelles il dibattito su come spingere la crescita in Europa sta finalmente iniziando". Eppure il clima è tutt'altro che sereno. Dopo lo strappo del capogruppo dei popolari europei, il tedesco Manfred Weber, le parole di Schauble non lasciano sperare niente di buono. Anche perché dalla sua ha il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, secondo cui il Patto di stabilità può essere oggetto di trattativa "solo sulla base di riforme attuate e non soltanto promesse".

Resistenze che dovrebbero proccupare anche Renzi che la scorsa settimana si vantava di "far riferimento solo al rapporto con la Merkel".

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