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Ultima figuraccia del governo: viceministro decade da sindaco

RomaSi scrive incompatibilità, si legge figuraccia. Per Vincenzo De Luca, sindaco Pd di Salerno. E per il governo Letta tutto. Di cui De Luca è esponente non secondario, in quanto viceministro alle Infrastrutture. Solo che il doppio incarico al comune campano e a Palazzo Chigi non è consentito dalla legge, ma il diretto interessato ha fatto il finto tonto per otto mesi e mezzo. Ha ignorato anche la sentenza dell'Antitrust che, nel novembre scorso, ha detto chiaro e tondo che le due cariche insieme non stanno bene.
Ieri è così intervenuto a gambe unite il Tribunale civile di Salerno. Che ha dichiarato De Luca decaduto da sindaco accogliendo il ricorso presentato nel luglio scorso dai tre deputati del Movimento 5 Stelle Andrea Cioffi, Silvia Giordano e Girolamo Pisano. La prima sezione civile del tribunale di Salerno, presieduta dal giudice Giulia Carleo, «dichiara sussistente la causa di incompatibilità in capo al dottor Vincenzo De Luca, eletto sindaco del Comune di Salerno nel maggio 2011 e nominato sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture e Trasporti in data 3 maggio 2013, causa di incompatibilità prevista dall'articolo 13 della legge 148/2011» e conseguentemente «dichiara la decadenza dello stesso, a norma dell'articolo 68 comma 2 decreto legislativo n°267/2000, dalla carica di sindaco del comune di Salerno».
Giustizia è fatta? Sì. Ma anche no. Perché De Luca ha annunciato ricorso contro l'ordinanza (ha trenta giorni per farlo), che quindi è sospesa nella sua efficacia. E si capisce che De Luca non ci stia a mollare un poltrona, quella di Palazzo di Città a Salerno, che occupa da quasi 21 anni ininterrottamente, con la sola parentesi del quinquennio 2001-06 quando lasciò il posto al suo allora e poi abbandonato delfino Mario De Biase. Il re di Salerno ha avuto anche la non trascurabile soddisfazione di essere all'ultima rielezione (2011) il sindaco di capoluogo con il maggiore bottino di voti (74 per cento). Tutto ciò non giustifica la protervia di non voler prendere atto di una palese evidenza. Danneggiando peraltro la propria amatissima città: la decadenza di De Luca, quando diventerà efficace, farà decadere l'intero consiglio comunale rendendo necessarie nuove elezioni. D'altronde l'assemblea salernitana qualche responsabilità ce l'ha, come fa notare Antonio Roscia, coordinatore salernitano di Forza Italia: «Vergogna incomba anche sulla maggioranza al Comune, che si mostra schiacciata sul volere del suo sindaco, gettando così la città di Salerno nel ridicolo nazionale».
Se De Luca non si arrende, dall'altra parte i grillini sono certi di avere ragione e che anche i gradi successivi di giudizio daranno loro ragione. «Non è solo un fatto giuridico, ma è chi ci dovrebbe rappresentare il problema, è un fatto etico morale. Se le persone sono così legate non a una poltrona, ma a una doppia poltrona è veramente grave», pontifica Giordano. «L'arroganza del potere per il potere ha prodotto una sceneggiata che svilisce e delegittima le istituzioni.

Nessuna giustificazione sarà mai plausibile per un comportamento così privo di ragionevolezza», dice amareggiata la portavoce di Fi alla Camera Mara Carfagna.

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