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Un'estate calda dai conti correnti alla benzina

In arrivo una raffica di rincari. E da settembre un altro salasso: sei euro per un pacchetto di sigarette

Un'estate calda dai conti correnti alla benzina

A gennaio gli alcolici, a marzo i carburanti e in ottobre potrebbe essere la volta delle sigarette (anche quelle elettroniche). In mezzo un'estate resa rovente da una raffica di micro-tasse: domani scatterà il ritocco delle aliquote sulle rendite finanziarie dal 20 al 26% che colpirà anche gli interessi derivanti da conti correnti bancari e postali, mentre già dal 24 giugno, in base al decreto Irpef, chi ha richiesto il rilascio del passaporto si è ritrovato a pagare quasi il doppio (da 40,29 a 73,50 euro, escluso il costo del libretto). I turisti che si sposteranno in auto dovranno poi fare i conti con l'impennata dei prezzi dei carburanti: a causa degli aumenti avviati dalle compagnie petrolifere, in molte parti del Paese diesel e benzina sfiorano i due euro al litro. Per i commercianti e i professionisti, invece, parte oggi l'obbligo del Pos, una misura che, secondo la Cgia di Mestre, costerà agli esercenti in media 1.200 euro l'anno. Nonostante il crollo dei consumi causato dalla crisi e il conseguente minor gettito per l'Erario, insomma, la sfilza di aumenti sembra non aver fine, con effetti che si riflettono su occupazione ed economia. Gli ultimi a lanciare l'allarme sono gli industriali della birra e del malto, riuniti in Assobirra. Secondo uno studio condotto da Ref, i rincari sulla bevanda stabiliti in autunno dall'allora governo Letta avrebbero già bruciato 1.200 posti di lavoro in tutta la filiera e altrettanti sarebbero a rischio con l'ultima tranche dell'aumento (le prime due sono già scattate in ottobre e a gennaio scorsi) prevista allo scoccare del 2015. Un incremento del 30% in 15 mesi che colpirebbe soprattutto i consumatori a più basso reddito e non porterebbe nessun vantaggio al sistema Paese. Se salgono le tasse, il prezzo cresce (fino al 7% nella grande distribuzione), si riducono i consumi (-5%) e anche lo Stato paradossalmente non ci guadagna, sostiene il direttore di Assobirra, Filippo Terzaghi. Non va meglio nel settore dei carburanti, in cui oltre a crollare i consumi alla pompa (-21% nel rispetto ai livelli ante crisi), nel 2013 per la prima volta è calata anche la componente industriale (-9,6%), la spesa (-5,9%) e di conseguenza il gettito (-2,7%). «Si è cioè già verificato l'effetto Laffer - spiega il presidente del Centro studi Promotor, Gian Primo Quagliano - che si ha quando l'aumento della tassazione influisce tanto negativamente sui consumi da far calare il gettito. È quindi necessario che il governo intervenga riducendo le accise su benzina e gasolio per l'auto». Un appello destinato comunque a restare inascoltato, visto che un nuovo ritocco delle accise è stato introdotto nel decreto che modifica la disciplina per la crescita economica delle imprese: l'aumento su benzina e gasolio scatterà il primo gennaio 2019, «in misura tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 140,7 milioni nel 2019, a 146,4 milioni nel 2020 e a 148,3 milioni a decorrere dal 2021», si legge nel testo varato il 24 giugno dall'esecutivo Renzi.
Una decisione che ha provocato «sconcerto» nel presidente di Assopetroli, Franco Ferrari Aggradi: «Tra il 2014 e il 2021 avremo più di due miliardi di aumenti di accisa già decisi, che si sommano agli 11 precedenti del 2011-2012, mentre le vendite dei carburanti sono crollate di oltre 9 miliardi di litri dall'inizio della crisi» il suo commento.

E sempre sul fronte rincari, per compensare il buco negli introiti registrato nel 2013 (670 milioni per le sigarette e 117 per le e-cig), in queste settimane il governo starebbe studiando l'ipotesi di aumentare a ottobre le accise anche sui tabacchi: si parla di un euro a pacchetto per le «bionde» e 6 euro per ogni flacone di liquido da «svapare».

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