Politica

Vaticano, inizio in salita per l'erede di Bertone: incontro coi palestinesi

Dopo sette anni, il cardinale Tarcisio Bertone lascia l'incarico di Segretario di Stato, iniziato con Benedetto XVI e proseguito nei primi sette mesi di pontificato di Francesco. Inizia una nuova era in Vaticano: si insedia ufficialmente monsignor Pietro Parolin, finora Nunzio in Venezuela, da oggi nuovo «primo ministro», voluto da Papa Bergoglio come suo braccio destro nelle attività diplomatiche e politiche della Santa Sede. È la prima nomina di peso di Francesco, annunciata lo scorso 31 agosto, che da oggi diventa effettiva.
Fine diplomatico e grande pastore che sa stare in mezzo alla gente, della provincia di Vicenza, 58 anni, Parolin è il segretario di Stato numero 59. E giovedì mattina, per lui in agenda c'è il primo appuntamento importante: l'udienza al presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, con cui discuterà della delicata situazione in Medio Oriente.
Intanto, alle 12 in punto di oggi, nella Sala della Biblioteca, Papa Francesco riceve i vertici della Segreteria di Stato: occasione per un saluto al cardinale Tarcisio Bertone, a cui rivolgerà anche un ringraziamento per il lavoro svolto, e un benvenuto al nuovo segretario di Stato.
Durante questi sette anni, Bertone è stato oggetto di non poche critiche. Prime fra tutte per aver trasformato l'incarico di segretario di Stato in una sorta di «vice Papa»: per i suoi numerosi viaggi sia in Italia che all'estero, per non aver saputo gestire efficacemente la vicenda di Ratisbona, quando Ratzinger pronunciò un discorso che fece infuriare il mondo islamico. O come nel caso della remissione della scomunica al vescovo lefebvriano Richard Williamson, per le sue posizioni negazioniste sull'Olocausto. Malumori anche per la gestione della vicenda Vatileaks, la fuga di documenti riservati del Papa che, tuttavia, aveva rinnovato al salesiano la propria fiducia.
Bertone va dunque in pensione, ma rimane Camerlengo di Santa Romana Chiesa e presidente della commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior.
Di tutt'altra stoffa è il nuovo primo ministro vaticano. Parolin appartiene alla tradizione diplomatica e avrà ora il delicato compito di accompagnare il Papa argentino in una nuova fase della Curia, prevedendone la sua riforma. In un primo incontro del G8, il consiglio di cardinali chiamati dal Papa per lo studio di una riforma, si è discusso proprio di una rivisitazione della segreteria di Stato, intesa più come una segreteria del Papa. Una decisione che potrebbe portare a un qualche ridimensionamento della centralità della Segreteria di Stato, rispetto ai dicasteri che comunque potrebbero subire uno snellimento.
Nato il 17 gennaio 1955, Parolin è stato ordinato sacerdote nel 1980. Laureato in diritto canonico alla Gregoriana, è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1986. Ha lavorato nelle rappresentanze pontificie in Nigeria, Messico, e in Venezuela. Dal 2002 al 2009 ha lavorato in Segreteria di Stato come vice-ministro degli Esteri. E proprio in questo periodo si è distinto per l'abilità con cui ha trattato i rapporti con la Cina, giungendo a un soffio da un accordo bilaterale storico, e con il Vietnam.
Oltre all'italiano, conosce il francese, l'inglese e lo spagnolo.


In una recente intervista ha affrontato la questione del celibato nella Chiesa cattolica, dichiarando che il «celibato non è un dogma della Chiesa» ma una «tradizione ecclesiastica», aprendo all'ipotesi di una discussione sul tema.

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