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"Vendola? Bel collega... Ma nessuno mi difese"

Luigi Abbate fu irriso nella telefonata con Archinà: "Scuse accettate con riserva". Il Pdl: ora l'Ordine apra un fascicolo

"Vendola? Bel collega... Ma nessuno mi difese"

Taranto Certo, di tempo ne è passato parecchio. Ma quattro anni dopo Luigi Abbate, giornalista di Blustar tv, ricorda perfettamente come andò. E ricorda anche il silenzio che all'epoca calò su quella giornata, il 19 novembre del 2009, quando l'allora responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva, Girolamo Archinà, gli strappò il microfono di mano perché aveva osato fare il suo lavoro. Vale a dire: tentare di rivolgere al patron dell'acciaieria, Emilio Riva, una domanda sui morti di tumore a Taranto. Il caso è venuto fuori solo adesso perché nell'inchiesta della procura sul disastro ambientale provocato dal Siderurgico è finita una conversazione telefonica del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Il quale nel luglio del 2010, dopo aver visto il video, pensò bene di chiamare Archinà complimentandosi per il suo «scatto felino» e bollando il cronista come «provocatore». Il tutto condito da allegre e scanzonate risate.

L'intercettazione è finita sul sito web del Fatto e il governatore - che nell'inchiesta sull'Ilva figura tra i 53 indagati con l'ipotesi di reato di concussione – si è scusato con il giornalista dopo aver ricevuto un mare di critiche. «All'epoca invece nessuno mosse un dito, quel gesto passò praticamente inosservato, come fosse una cosa normale», racconta Abbate. Il cronista, dopo aver constatato che «tanti solo adesso sono saliti sul carro dell'ambientalismo», precisa di essere rimasto colpito «non tanto dalle parole di Vendola, quanto dal tono di familiarità e confidenza che aveva con Archinà: lo chiama – prosegue – come si fa con un vecchio amico, scherzano insieme, ma non c'era proprio nulla da ridere». E a proposito delle scuse dichiara: «È vero, si è scusato, e sono certo che non stesse ridendo dei morti di tumore, ma non riesco proprio a capire cosa ci sia di divertente in una scena come quella, quasi fosse un film di Fantozzi o di Checco Zalone».

Intanto mentre alla Regione la maggioranza pensa a blindare Vendola, l'europarlamentare del Pdl, Sergio Silvestris, ha inviato una lettera al presidente dell'Ordine dei giornalisti di Puglia, Valentino Losito, chiedendo se intenda avviare «formale procedimento» contro il giornalista Vendola «per avere questi deriso e offeso un collega, per avere encomiato chi gli ha sottratto un microfono, per averlo definito “faccia da provocatore”, per aver definito “fantastica” una scena orrenda e oggettivamente mortificante per chi svolge liberamente la professione». Losito ha assicurato che la vicenda sarà esaminata con attenzione esprimendo solidarietà al cronista tarantino come ha fatto anche il presidente dell'Assostampa pugliese, Raffaele Lorusso, che gli ha telefonato proprio ieri. In ogni caso Abbate non porta rancore.

«Non ce l'ho con Vendola – sottolinea – ma sono molto deluso: per questo ho accettato le sue scuse con riserva: spero in suo “scatto felino” per Taranto, mi auguro che possa fare qualcosa per risollevare le sorti di questa città abbandonata al proprio destino per tanto tempo».

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