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Vendola: "Mi candido alle primarie"

Lo aveva più volte annunciato, poi fece un passo indietro per due (dubbie) motivazioni. Ora vuole vincerle. Ma la sua candidatura fa litigare Casini e Bersani

Vendola: "Mi candido alle primarie"

"Accetto la sfida per vincerla". Dopo una serie infinita di capriole e giravolte, Nichi Vendola annuncia che correrà alle primarie del centrosinistra. Con un messaggio sul suo sito, il leader di Sel ha motivato la sua scelta con queste parole: "Per scacciare il fantasma del Monti bis e trasformare le primarie da ennesima faida di partito a occasione di svolta per il paese, ci vediamo al Mav di Ercolano, sabato 6 ottobre alle 18".

Insomma, è finito il tempo degli indugi, dei temporeggiamenti e dei cambiamenti di opinione. Adesso, pare certa la presenza di Vendola alla sfida per eleggere il candidato del centrosinistra. Peccato però che il cammino che ha portato alla scelta di oggi non sia stato per niente lineare. Anzi.

Dopo aver trascorso gli ultimi mesi ad annunciare la sua, ogni volta sempre imminente, partecipazione alle primarie del centrosinistra e dopo aver convocato lo scorso primo agosto una conferenza stampa per riannunciare la sua candidatura, il leader di Sel a un certo punto cambiò posizione. Temporeggiò. E a metà settembre tenne sulle spine il mondo politico, i suoi elettori, nonché se stesso.

"A fine mese scioglierò la riserva vera, ho ancora qualche problema da affrontare e da risolvere. Chi si vuole candidare in una contesa così complessa ha il dovere di presentarsi senza che alcuna ombra lo possa accompagnare. E io non solo devo essere immacolato, devo anche apparire immacolato", dichiarò Vendola, facendo riferimento all’indagine giudiziaria nei suoi confronti relativa alla nomina di un primario in Puglia.

Peccato che l'indagine era già partita da aprile (cinque mesi prima) e quindi difficilmente poteva rappresentare un intralcio alla candidatura di Nichi, dal momento che quest'ultimo non ne avevamo mai parlato in relazione alle primarie continuando anzi più volte ad annunciare ai quattro venti la sua candidatura.

Poi, sempre a metà settembre, il leader di Sel presentò un'altra motivazione che lo induceva a temporeggiare: la definizione delle primarie. "Che primarie sono? Nei sondaggi si parla di primarie del Pd, o almeno così sono definite dal sistema mediatico che ha costruito attorno a Renzi una bolla mediatica. Io voglio un chiarimento dal Pd. Non sono iscritto e né intendo iscrivermi o sostenere alcun candidato del Pd, ma se ci sono le primarie del centrosinistra io voglio correre. Se ci sono le primarie del centrosinistra io intendo partecipare anche per vincerle", disse Vendola sciorinando un tortuoso ragionamento.

Tortuoso perché, all'epoca, non c'erano ancora candidati esterni al Pd ed era scontanto che sarebbe bastata la candidatura dello stesso Vendola per trasformare le potenziali primarie di partito a reali primarie di coalizione. La verità è che Nichi Vendola seguiva una strategia che poco aveva a che vedere con i due alibi citati. Oscurato dal duello tra Bersani e Renzi, una sua candidatura avrebbe rischiato di indebolire l'appeal del segretario (col quale Nichi ha un rapporto privilegiato e un progetto comune da cui partire), ma anche se stesso e il suo partito. Col rischio concreto di arrivare terzo alle primarie. Adesso evidentemente qualcosa è cambiato. I tempi sono maturi. E Vendola può tornare ad osannare le primarie, da lui considerate "come il gesto del bambino che ascolta la conchiglia e sente il rumore del mare: è il rumore della vita".

Eppure la sua candidatura rischia di creare problemi a Bersani e alla possibile alleanza tra Pd e Udc. Pier Ferdinando Casini l'ha certo presa bene: "Io stimo Bersani. Ma non sono convinto, e anzi inorridisco, all’idea che il futuro possa essere affidato all’alleanza tra Bersani, persona ragionevolissima, e Vendola, che invece è politicamente non adatto a poter governare questo Paese. Il combinato disposto di Bersani e Vendola produrrebbe un pessimo risultato".

Il leader dei democratici non sta a guardare e controbatte: "Certe parole sono un pò forti. Il centrosinistra ha portato l’euro in Europa mentre Casini inorridiva insieme a Berlusconi

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