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Il vero giornalismo non è capire se la Merkel è “una culona”, ma se l’Italia è ancora una democrazia

I media italiani hanno censurato una storia ben più grave che riguarda il rapporto tra Berlusconi e la Merkel: quella, appunto, che portò alla rimozione del governo presieduto dal Cavaliere

Il vero giornalismo non è capire se la Merkel è “una culona”, ma se l’Italia è ancora una democrazia

Jeremy Paxman è uno dei più incisivi anchorman della Bbc; un vero e proprio mastino di quel giornalismo inglese che è un modello d’informazione in tutto il mondo. Domenica scorsa si è recato ad Arcore per registrare una lunga intervista a Silvio Berlusconi per il suo programma “Newsnight”, andato in onda sulla tv inglese ieri sera. Nel pomeriggio la BBC ha mandato in rete, furbescamente, un breve trail di 15 secondi in cui ha anticipato la domanda più scottante: “è vero che lei ha definito Angela Merkel una culona inchiavabile?”. Il video s’interrompe subito dopo la domanda e fa il giro del web. Da sempre il lancio del programma di Paxman viene fatto pubblicando un breve trailer con la domanda più ironica o dissacrante fatta all’ospite di turno.

La cosa stupefacente è che i siti online dei giornali italiani (da Repubblica al Corriere) hanno dato risalto a questo video promozionale della BBC di pochi secondi e non all’intera intervista nella quale, tra l’altro, Berlusconi ha spiegato al pubblico inglese la questione del complotto del 2011 contro l’Italia. Per la cronaca Berlusconi ha smentito categoricamente di aver pronunciato quella frase contro la Cancelliera tedesca, ricordando di non aver mai offeso nessuno in 20 anni di carriera politica. Ma il punto non è questo. In queste settimane i media italiani hanno censurato pressoché totalmente una storia ben più grave che riguarda il rapporto tra Berlusconi e la Merkel: quella, appunto, che portò alla rimozione del governo presieduto dal Cavaliere; rimozione che, ricordiamo, fu organizzata dalla Merkel e dagli eurocrati di Bruxelles e messa in pratica in Italia dal Presidente della Repubblica Napolitano e da una serie di comprimari funzionali agli interessi di Berlino, come hanno confermato molti testimoni del tempo (dall'ex ministro del Tesoro americano Geithner, all'ex premier spagnolo Zapatero, dallo stesso Mario Monti, a Edward Luttwak).

Il silenzio assordante su questa vicenda svela l’imbarazzo per un atto che ha violato la nostra sovranità nazionale e ha sospeso fino ad oggi la democrazia nel nostro paese; ed è strano che in queste ore che precedono le elezioni europee, i grandi giornali italiani, si preoccupino di ciò che Berlusconi (non) ha detto sulla Merkel e non di ciò che la Merkel ha fatto all’Italia. Ci sono video ben più imbarazzanti di quello di Paxman: per esempio quello in cui Carlo De Benedetti racconta come nell’estate del 2011 ricevette nel suo chalet svizzero Mario Monti che si recava da lui per chiedere consiglio su come fare le scarpe a Berlusconi. Il capitalista di Stato residente in Svizzera e il tecnocrate di Bruxelles (che al Cavaliere doveva buona parte della sua carriera) che confabulano per buttar giù un governo eletto dai cittadini italiani e sostituirlo con uno scelto dalla Merkel e dai banchieri europei, rimane una delle immagini più inquietanti della storia recente del nostro paese. Fernando Pessoa, intelligenza straordinaria del ‘900, spiegò che l’opinione pubblica “è un fenomeno dell’istinto” che non si preoccupa “di definire e chiarire” perché si manifesta “non intellettualmente”. Lo sanno bene i manipolatori dell’informazione e i censori delle verità scomode. Il vero giornalismo non è capire se la Merkel è “una culona”, ma se l’Italia è ancora una democrazia.

@GiampaoloRossi

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