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Zaia apre allo ius soli per i bimbi: "Chi nasce qui ha un'identità veneta"

Il dibattito sullo ius soli si riaccende. La Kyenge continua il tour nelle città d'Italia a dare cittadinanze onorarie a bimbi stranieri. Pure Zaia apre alla cittadinanza facile

Zaia apre allo ius soli per i bimbi: "Chi nasce qui ha un'identità veneta"

Favorevole allo ius soli. Un'apertura che non ti aspetti. Ad appoggiare la battaglia del ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge, è il presidente della regione Veneto Luca Zaia che, parlando con i giornalisti a Venezia, è intervenuto nel dibattito sul diritto di cittadinanza prendendo le distanze dalla linea portata avanti dalla Lega Nord. "Sollevo il tema dei bambini che sono nati qui e vanno a scuola qui - ha detto - sui quali un ragionamento al di là dello ius soli debba essere fatto anche perchè spesso parlano il dialetto quasi meglio di me. Sono bambini che in molti casi hanno identità veneta e non quella del Paese d’origine della loro famiglia, cosa che è accaduta spesso ai nostri emigranti".

Continua il dibattito sul diritto alla cittadinanza. Le amministrazioni "rosse" organizzano, a tambur battente, cerimonie per dare ai ragazzi nati in Italia una cittadinanza onoraria (quindi, finta). Un presa di posizione, ideologica e dal punto di vista legale irrilevante, che però serve alla sinistra per tenere caldo il dibattito. Dopo Milano, tocca a Torino. Più di 700 bambini stranieri, nati nel capoluogo piemontese, riceveranno, domenica prossima, la "cittadinanza civica" dal sindaco Pietro Fassino. "L’Italia è già cambiata, guardatevi intorno e capirete che in Italia convivono tante culture diverse. È un fatto che non si può cambiare. Ci sono tanti bambini nati qui, dobbiamo dare loro delle risposte", ha spiegato la Kyenge intervenendo al Festival Suq a Genova. "Le cose semplici come la mescolanza di culture possono fare paura - ha continuato il ministro - ma serve un mondo nuovo e non si può avere paura di questo". Illustrando l’esposizione sulle migrazioni al Museo del Mare, Il sindaco Marco Doria ha sottolineato che "i movimenti delle persone fanno parte della storia del mondo" e, per questo, "non possono essere fermati". L'apertura allo ius soli, peò, non arriva solo da sinistra. E l'esempio di Zaia non arriva certo per ultimo. Tuttavia, dal centrodestra si leva, col passare delle ore, un accorato allarma. Nel fine settimana, infatti, sulle cose del Sud Italia sono sbarcati oltre mille clandestini. E le autorità portuali temono che, sull'onda del bel tempo, si tratti solo dell'inizio. "Gli appelli della Kyenge per lo ius soli sono come il richiamo delle sirene - ha tuonato la leghista Manes Bernardini - intanto il Paese è saturo di disperati e nuove bocche da sfamare. Il sistema non può reggere. Serve subito una linea dura sui respingimenti".

In realtà, nonostante gli accorati appelli e le campagne ideologiche della Kyenge, il governo ha confermato l’attuale norma che impone il raggiungimento dei 18 anni per chiedere la cittadinanza da parte di chi è nato in Italia da genitori stranieri.

"Il confronto non può prescindere dalla consapevolezza che la cittadinanza è una scelta subordinata alla condivisione di norme, valori e identità - ha spiegato il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri - non una mera questione amministrativa".

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