Il Giornale del Cavallo

Intervista esclusiva a Piero Acquaro

Candidato per la Presidenza FISE Lombardia 2013-2016

Intervista esclusiva a Piero Acquaro

Incontriamo un amico del Portale del Cavallo, un grande istruttore, un tecnico, un giudice affermato. Una persona che ha il cavallo nel cuore e che potrà mettere a disposizione dell’equitazione tutta la sua esperienza.

La sua è una faccia nota nel panorama dell’equitazione nazionale. In tanti lo conoscono come giudice, altri ne hanno apprezzato le doti di istruttore, altri ancora ne stimano il valore di uomo di cavalli. Il suo impegno in ambito equestre è quanto di più eclettico si possa raccontare. Lustro per l’uniforme che indossa – quella della Polizia di Stato – Piero Acquaro è quella che si potrebbe definire una delle facce pulite del mondo equestre, attento allo sport, alla cultura e alla promozione di un mondo la cui bellezza vorrebbe fosse condivisa da tutti.

Per Piero, i cavalli sono davvero una fetta molto importante della sua vita, un ambito al quale dedicare passione ed energie che originano fin dalla sua infanzia.
«Ho iniziato a montare a cavallo a 10 anni e per sete di conoscenza ho praticato più sport equestri. Salto ostacoli, dressage, completo, endurance, attacchi, barrel e western pleasure… La mia storia di cavaliere non è segnata da un mega-medagliere, ma nel riconoscere i miei limiti, ho sempre avuto la curiosità di capire, provandole, quali sensazioni insieme al cavallo si potessero ricevere dalle diverse specialità. Successivamente ho frequentato vari corsi di formazione in Italia e all'estero sino a ottenere le qualifiche di istruttore federale di 3° livello, tecnico di equitazione di campagna di 3° Livello, tecnico di equitazione paralimpica e diventare giudice federale in tutte le discipline olimpiche e nella maggior parte di quelle sotto l’egida della Fei».

Con questa solida formazione alle spalle, Piero Acquaro, alcuni anni or sono, ha deciso di abbinare alla sua “militanza” federale anche per un ente nazionale di promozione sociale, Sef Italia, diventandone presto primo rappresentante e per un ente di promozione sportiva, Centro Nazionale Sportivo Libertas.
«L’esperienza con Sef Italia è stato per me un ulteriore tassello formativo. La realtà degli enti di promozione sportiva ha contribuito ad ampliare i miei orizzonti e a farmi comprendere quanto vasto e ricco può essere il mondo equestre. Inoltre, rivestire un ruolo tanto importante come la presidenza, mi ha dato modo di accrescere la mia esperienza in ambito manageriale, cosa non di secondaria importanza in un’epoca in cui la solo passione entusiastica rischia di non essere sufficiente per far quadrare i conti».

Il passo logico e naturale per Piero Acquaro a questo punto è cercare di fare sistema con le esperienze fin qui maturate. Ovvero unire la propria identità federale con quelle dell’uomo di cavalli e del rappresentante sportivo candidandosi a diventare, nell’ambito della Lombardia, dirigente Fise.
«Per mia indole non sono mai stato allettato dal ricoprire cariche di "politica equestre". Farsi carico di un Comitato regionale non è certo una passeggiata di salute… Tuttavia ritengo che a fronte delle sensazioni tangibili che raccolgo quando giro per le gare o semplicemente per le scuderie, sia mio preciso dovere mettere tutto quello che so e tutta la mia esperienza a disposizione dell’equitazione. Molti prima di me hanno fatto molto e non mi illudo di avere la ricetta magica per risolvere ogni problema. Non è mio costume sminuire quello che è stato fatto per ergermi a migliorare il migliorabile. Però ho delle idee, molte proposte innovative e tutta la voglia che serve perché possano portare benefici a tutti».

In un momento di massima criticità economica, con scuderie che stentano a sopravvivere e un settore agonistico che corre in salita, la sfida non è certo da poco.
«Parliamoci chiaro: i numeri federali non sono più quelli di qualche anno fa. Ora bisogna davvero farsi venire delle idee, anzi delle ottime idee, se vogliamo dare fiato ai nostri sport. Ritengo che un Dirigente Federale si debba sforzare a promuovere tutte le discipline della Federazione, per raggiungere la massima utenza possibile».

A quanti gli chiedono come mai abbia deciso di candidarsi alla presidenza del Comitato regionale Lombardo, sfidando una presidenza che governa da 16 anni, Piero Acquaro risponde con una semplicità disarmante.
«Appunto, dopo un periodo così lungo è normale che ci vogliano facce nuove per percorrere nuove vie. Ritengo che il Comitato Fise Lombardia abbia avuto negli anni una gestione sicuramente molto più accurata di tanti altri Comitati, ma sono anche certo che oggi il panorama sia cambiato e si possa fare ancora molto di più. In tante organizzazioni è spesso imposto dagli Statuti o da regole di mercato l'alternanza della dirigenza dopo tanti anni. Serve nuova linfa. Sono sicuro che 8 anni siano sufficienti per raggiungere un qualunque progetto a lungo termine. Oltre questo lasso temporale si rischia l’affievolimento di tutte le capacità di innovazione e si corre il rischio di perdere il contatto con la realtà della base».

Per quanti ne conoscano anche solo dal di fuori la realtà, è noto che il Comitato regionale Lombardo non è certo un “puledro” facile, ma anche sotto questo aspetto Acquaro ha le idee chiare e ha piena coscienza dell’onere/onore per i quali si candida.
«Sicuramente la presidenza di un Comitato Fise come quello della Lombardia non è da sottovalutare. Siamo in una regione in cui la pratica equestre ha la maggiore estensione di variabili, tutte egualmente importanti. In questi anni, con la creazione di Sef Italia - Scuola Equestre di Formazione ho avuto la soddisfazione di raggiungere ben 13.000 tesserati, 400 centri ippici affiliati e ho contribuito alla formazione di oltre 1.500 tecnici in tutta Italia. Non sono i numeri che mi spaventano… Con un buon consiglio e uno staff tecnico con reali incarichi non ho dubbi sul fatto che potremo valorizzare e rivitalizzare lo sport equestre lombardo. E proprio sul consiglio, non transigo: i futuri consiglieri che si propongano devono dimostrare subito di avere la capacità di essere "un buon cavallo" su cui puntare. Le loro capacità tecniche dovranno accompagnarsi a un buon rapporto con gli atleti e centri ippici, dovranno condividere il programma sportivo del prossimo quadriennio ed essere scevri da ogni pressione e intimidazione».

Dimissionario dalla carica di presidente di Sef Italia, Piero Acquaro affronta la sfida elettorale ancora una volta facendo tesoro della propria esperienza.
«Sef Italia ha raggiunto grandi obiettivi e risultati in quanto gestita in modo innovativo e giovanile, eliminando il superfluo e la burocrazia. Sicuramente continuerà ad esistere anche senza di me e continuerà a promuovere quella fetta di sport equestre che è per sua natura diversa dall'utenza federale.

Semmai sarà un bacino importante, così come pure tutti gli altri enti di promozione sportiva, del quale il Comitato regionale potrà sicuramente arricchirsi».

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