Economia

Intesa-lampo per i tedeschi Firmato il nuovo contratto

BerlinoQuando realismo e moderazione prevalgono da entrambe le parti, tutto diventa più facile e più rapido. Dopo appena tre incontri tra sindacati e imprenditori è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dei centomila lavoratori della Volkswagen. Nel primo incontro le parti hanno presentato le rispettive posizioni, nel secondo le hanno commentate e nel terzo hanno trovato l’intesa. Per brevità di durata e totale assenza di minacce di sciopero, un record nella storia delle trattative sindacali riguardanti la categoria dei metalmeccanici. Ed è significativo che i siti tedeschi nell’annunciare l’accordo, raggiunto ad Hannover nrlla notte, mettano in risalto la rapidità del negoziato più ancora che i termini del nuovo contratto: un modo per sottolineare il clima di collaborazione che si è instaurato, per la verità non da oggi, tra la prima casa automobilistica d’Europa e l’Ig Metall, il più potente sindacato del mondo.
Secondo l’accordo i dipendenti di tutti e sei stabilimenti della Volkswagen in Germania si ritroveranno in busta paga un aumento del 3,2%, cui va aggiunta un’indennità una tantum pari all’1% della retribuzione annua che non potrà essere inferiore a 500 euro pro capite. L’aumento complessivo sarà quindi del 4,2%. All’inizio della trattativa i sindacati chiedevano un aumento del 6% per una durata di 12 mesi a partire dal primo maggio; la Volkswagen proponeva il 3% in più per i prossimi due anni. Il compromesso raggiunto è praticamente a metà strada anche per quanto riguarda la durata del nuovo contratto: 16 mesi, ma a partire dal primo febbraio, tre mesi prima della scadenza del vecchio accordo. Insomma bocce pari su tutta la linea.
«È un contratto che concilia aumenti salariali con il mantenimento della competitività del gruppo - ha detto il responsabile del personale nel board della Volkswagen, Horst Neumann -; i miglioramenti raggiunti sono la giusta ricaduta del buon sviluppo registrato negli ultimi anni dalla casa automobilistica e, quindi, un premio alla performance dei lavoratori», è stato il commento di Hartmut Meine, capo dei negoziatori dell’Ig Metall.
Neumann e Meine si conoscono da tempo perché in passato sono stati entrambi nell’Aufsichtrat, il Consiglio di sorveglianza del gruppo, in base alla legge tedesca sulla cogestione che prevede la presenza dei sindacati nei vertici delle aziende con più di duemila dipendenti. In quanto partecipi alla cogestione di un grande gruppo industriale, i sindacati sanno quando è il momento di stringere o di allargare la cinghia. Negli ultimi anni, pur di frenare la delocalizzazione degli impianti, hanno accettato aumenti reali intorno all’1% e in alcune occasioni hanno accettato meno soldi e meno ore di lavoro pur di evitare tagli al personale. Ora i tempi sono cambiati. La Volkswagen ha il vento in poppa: 7,14 milioni di auto vendute nel 2010. È il momento di incassare il premio per i sacrifici fatti in passato.

Ma sempre con un occhio a non indebolire lo sviluppo in atto.

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