Cronaca locale

Invasione di stranieri anche alle superiori

È sempre più multietnica la scuola milanese: già allo stato attuale gli iscritti non italiani che frequenteranno le lezioni il prossimo anno scolastico superano quota cinquantamila. L’incremento più significativo è quello dei neo iscritti, la fascia certamente più difficile da integrare, perché inseriti nelle classi senza conoscere la nostra lingua: sono quasi 4.000, ossia l’8 per cento degli alunni che non sono nati in Italia, un incremento straordinario perché negli anni scorsi non superavano il 3 per cento.
Un fenomeno che ormai coinvolge anche le scuole superiori. L’Istituto professionale Marignoni - Marco Polo, in particolare, che nelle due sedi di via Melzi d’Eril e via Demostene ospita poco più di 700 allievi, oltre la metà dei quali sono figli di immigrati e 46 neo iscritti. «Ormai ci siamo abituati – dice la preside dell’istituto professionale Concetta Graziano –. Grazie alla disponibilità e la competenza acquisita dagli insegnanti gli studenti stranieri non sono da meno dei nostri ragazzi. Un dato significativo: agli esami di Stato abbiamo diplomato due candidati col massimo dei voti, ed erano due ragazze straniere, due filippine. Hanno già trovato un buon posto di lavoro».
E per quelli che entrano in classe senza conoscere l’italiano? «Abbiamo da anni arricchito la nostra offerta formativa con degli specifici laboratori – continua a spiegare la preside –. Ormai è un handicap facilmente superabile. In breve tempo ogni allievo è alla pari degli altri, anzi sono proprio gli alunni stranieri che spesso fanno da modello agli italiani, soprattutto in lingua straniera e matematica. Sono più motivati allo studio, per loro il diploma è davvero un riscatto sociale». I neo iscritti alle superiori sono 452, mentre alle medie sono 1.197, alle elementari 1.753, alle materne statali 567.
Aumentano gli stranieri, ma resta invariato il numero dei docenti cosiddetti “facilitatori” che devono intervenire per integrarli almeno dal punto di vista linguistico. Sono novantotto, come lo scorso anno. «Adesso stiamo discutendo come distribuire queste poche risorse tenendo conto delle effettive necessità – dice Rita Frigerio, segretaria della Cisl scuola –. Fino allo scorso anno erano in auge dei criteri inaccettabili, questa volta almeno è stato accettato il fatto che i mediatori devono essere utilizzati innanzitutto per i neo iscritti.

Mi pare un buon passo in avanti».

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